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Guardie svizzere, proteggiamo Papa da 500 anni dice comandante

(Keystone-ATS) La missione delle guardie svizzere è “sempre” quella di proteggere il Papa, per questo nonostante le minacce fondamentaliste nel servizio “non è cambiato nulla”. Lo dice il comandante delle guardie svizzere Christoph Graf.

Il comandante ha detto all’agenzia italiana ANSA “è la nostra missione da 500 anni”. “Tutti conoscono le minacce, noi siamo attenti tutti i giorni. E quando queste minacce non ci sono non è che si può fare un servizio più leggero”.

Parlando del Giubileo, il comandante Graf ha aggiunto: “sarà un anno molto intenso, penso anche un anno di sacrificio, perché sono attesi a Roma milioni di pellegrini per l’Anno Santo. Ma siamo pronti” ad affrontarlo.

Il capo dell’esercito del Papa ha anche aggiunto che per l’Anno Santo straordinario dovrebbero arrivare in Vaticano ex guardie per rafforzare il servizio dei 110 soldati.

Più domande per reclutamento

Effetto Bergoglio anche sul reclutamento delle guardie svizzere: “Ci sono più domande”, ha riferito il comandante Christoph Graf, sottolineando: “Papa Francesco riesce ad attirare tutto il mondo e spero che anche la gioventù svizzera si senta chiamata”.

Intanto il primo maggio, in occasione dell’insediamento ufficiale del comandante e della benedizione della nuova bandiera, Papa Francesco ha fatto una visita a sorpresa nel quartiere svizzero. “È una grande soddisfazione che il papa si interessi alle guardie e il primo maggio è stato un segno forte del fatto che ci vuole bene”, ha sottolineato il comandante.

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