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Guatemala: si elegge il presidente

(Keystone-ATS) Al via la maratona elettorale in Guatemala, dove le urne si chiuderanno alle 18 (le 2 del mattino di lunedì in Svizzera), per eleggere l’ottavo presidente dell’era democratica del Paese, che ha visto 36 anni di guerra civile dal 1960 al 1996.

Il presidente uscente Alvaro Colom si è presentato al seggio nelle prime ore e in una dichiarazione ha sottolineato come il suo successore, nei prossimi quattro anni, dovrà affrontare “la riforma fiscale, rafforzare il sistema di sicurezza e giustizia, far avanzare i programmi sociali, la gratuità del sistema educativo e sanitario”.

Per le presidenziali non sono previsti exit poll ufficiali, salvo notizie fai-da-te di giornalisti e Ong, e per i primi dati si dovranno attendere alcune ore dopo la chiusura delle urne.

Gli aventi diritto sono 7milioni 340mila 841 e di questi il 51% sono donne. Tre aspiranti alla poltrona della presidenza sono donne e altrettante sono in corsa per la posizione di vice.

I candidati che si presentano a succedere a Colom (socialdemocratico) sono 10, e quasi tutti sono espressione della destra. Solo l’aspirante Rigoberta Menchù, premio Nobel per la Pace, è in corsa per una coalizione di sinistra.

Le principali proposte della campagna puntano a migliorare l’indice di sicurezza nel Paese, e combattere narcotraffico e crimine organizzato. Il Guatemala è infatti considerato uno dei Paesi più violenti dell’America Latina, con 20 omicidi al giorno di media, ed un’impunità nel 98% dei casi.

Il grande favorito dai sondaggi, secondo le intenzioni di voto, è il generale in pensione dal pugno di ferro Otto Perez Molina leader Partido Patriota, col 42,6% delle preferenze, soprannominato “il generale della pace” per aver siglato gli atti che misero fine alla guerra civile e di recente accusato di aver violato, in quegli anni, i diritti umani.

Lo segue con circa 20 punti percentuali di distanza, sempre secondo i sondaggi, Manuel Baldizon, col 26,2% del Partido Libertad Democratica Renovada, al terzo posto si colloca Eduardo Suger, di origini svizzere (è nato a Zurigo nel 1938), del Partido Compromiso Renovacion e Orden, col 14,1%.

Grande esclusa è l’ex first lady Sandra Torres, che aveva divorziato dal presidente Colom per candidarsi, ma la Corte Costituzionale nelle passate settimane aveva rigettato in modo definitivo la candidatura sulla base della legge che vieta ai familiari di un capo di stato di candidarsi. Proprio a causa di questa vicenda, tra i partiti in lizza manca quello socialdemocratico.

Sullo svolgimento delle elezioni vigilano 24 mila agenti della polizia civile e altre 17 mila unità dell’esercito sono pronte ad intervenire, per evitare che la violenza scatenata dalle organizzazioni criminali possa interferire con lo svolgimento delle elezioni.

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