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Guinea: presidenziali; domenica ballottaggio, scontri, morti

(Keystone-ATS) CONAKRY – Quando mancano solo cinque giorni al ballottaggio per le elezioni presidenziali che in Guinea dovrebbero dare al Paese il primo capo di stato liberamente eletto dopo 52 anni di dittature post-coloniali, si ripresenta lo spettro della violenza interetnica e di una nuova presa di potere militare.
Oggi nella capitale Conakry sono scoppiati disordini tra i sostenitori dei due candidati rimasti in lizza, le forze dell’ordine hanno sparato e, secondo varie fonti, due persone sono morte e 29 sono state ferite.
Tra queste ultime, secondo i medici, “vi sono 13 adolescenti e tre ragazze”. Morti e feriti sarebbero tutti sostenitori di Cellou Dalein Diallo, il candidato che al primo turno, lo scorso 27 giugno, aveva ottenuto il 43% dei voti. Al secondo posto il suo rivale, Alpha Condè, si era fermato al 18% dei suffragi.
Il ballottaggio è già stato rinviato due volte dalla Commissione elettorale nazionale. Ieri Diallo aveva chiesto la sostituzione del suo presidente, Launceny Camara, da lui considerato non imparziale. E in serata si erano avuti sporadici scontri. Oggi la situazione è peggiorata, il presidente dell’Osservatorio nazionale dei diritti umani Aliou Barry ha dichiarato che la capitale “è completamente militarizzata” e che le forze dell’ordine “entrano nei quartieri per violentare le donne”.
Secondo gli osservatori, dopo mesi in cui la maggior parte della popolazione ha sperato in una reale democratizzazione del Paese, ora il rischio di guerra civile è altissimo dato che Diallo e Condè appartengono ai due più importanti gruppi etnici del Paese, rispettivamente i Peul e i Malinke. E gli interessi economici in gioco nel Paese grande produttore di bauxite, sono enormi.

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