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Hamas sceglie un ‘falco’ per Gaza, allarme in Israele

(Keystone-ATS) Hamas ha votato un nuovo leader a Gaza, in sostituzione di Ismail Haniyeh: si chiama Yahya Sinwar ed ha 55 anni, metà dei quali trascorsi nella prigioni di Israele.

La sua biografia parla chiaro e conferma che l’uomo si è forgiato nella lotta armata: prima alla guida dell’unità segreta di Hamas, Majd, specializzata nella ‘neutralizzazione’ di collaborazionisti palestinesi; poi nel braccio armato Ezzedin al-Qassam, artefice di una stagione di sanguinosi attentati nelle città di Israele.

I tribunali israeliani gli hanno comminato complessivamente 426 anni di detenzione: ma nel 2011 ha recuperato la libertà quando il caporale Ghilad Shalit fu scambiato con mille miliziani palestinesi.

Professionista della lotta clandestina, Sinwar è comparso da allora solo altre due volte in immagini televisive. Di lui si sa che nel frattempo si è sposato e che è uno dei comandanti più influenti di Ezzedin al-Qassam. Il suo obiettivo immediato: liberare dalle carceri israeliane i compagni di lotta rimasti dietro le sbarre.

La svolta di Hamas allarma non poco i Paesi confinanti con la Striscia, ossia l’Egitto ed Israele. All’inizio di febbraio Hamas ha avviato elezioni semi-segrete nelle prigioni di Israele, a Gaza, in Cisgiordania e fra i suoi membri all’estero. Poi sarà eletto il Consiglio della Shura, la guida religiosa del movimento. L’esito definitivo del voto sarà reso noto ad aprile. Si presume che il veterano Khaled Meshal – che opera dal Qatar – sarà allora sostituito da Haniyeh. E questi a Gaza venga sostituito (secondo quanto anticipato da a-Risala, un sito di Hamas) da Sinwar. La scelta rappresenta una rottura fra le due anime di Hamas: quella più politica, che si appoggia su Qatar e Turchia, e quella massimalista, che si avvale anche dell’Iran.

Nelle ultime settimane Hamas aveva segnalato la propria volontà di migliorare le relazioni con l’Egitto: ma alcuni media locali attribuiscono a Sinwar una disponibilità di massima a cooperare con le milizie salafite che nel Sinai danno filo da torcere all’esercito egiziano. “Lui è un nemico degli egiziani e la sua scelta risulta molto pericolosa”, avverte Koby Michael, un esperto del centro di studi strategici Inss di Tel Aviv. “Esiste il rischio di una destabilizzazione. Sinwar privilegerà il potenziamento delle capacità offensive di Hamas. E l’annuncio della sua nomina non potrà essere ignorato quando mercoledì il presidente Usa Donald Trump riceverà il premier israeliano Benyamin Netanyahu: entrambi temono infatti l’estensione dell’egemonia iraniana nella regione”.

Altri esperti ritengono che Haniyeh si sforzerà di fare opera di moderazione su Sinwar, anche per garantire che proseguano gli sforzi di ricostruzione della Striscia. Ma al fianco di Sinwar – viene fatto notare – ci sarà Khalil al-Haya, un altro esponente dell’ala rigida di Hamas.

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