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Hollande torna in fabbrica dopo chiusura, fischiato

(Keystone-ATS) Fedele alla promessa fatta in campagna elettorale, il presidente francese Francois Hollande è tornato oggi al sito siderurgico di Florange, nel nord est del paese, dove è stato accolto dai fischi dei lavoratori di ArcelorMittal, cinque mesi dopo la chiusura degli altiforni, considerata dagli operai un “tradimento”.

La gestione giudicata unanimemente catastrofica del caso da parte del governo è stata finora il fallimento più eclatante dal ritorno dei socialisti al potere, nel maggio 2012.

Durante la sua campagna elettorale, Hollande ricevette a Florange un’accoglienza trionfale. Nella strada, attorniato dagli operai, promise non la salvaguardia degli altiforni ma una legge in base alla quale una “grande fabbrica che non vuole più mantenere un’unità produttiva” sia obbligata a trovare un acquirente. Il testo, che deve ancora essere esaminato, si limita in realtà all’obbligo di “ricerca” di un acquirente.

Gli altiforni di Florange hanno chiuso in aprile, 629 dei 2.500 lavoratori del sito sono finiti in disoccupazione, il sindacato Force Ouvriere ha scoperto una lapide davanti alla fabbrica in cui si ricorda il “tradimento” e le “promesse non mantenute” di Francois Hollande. Da quella data, è stato raggiunto un accordo fra il gruppo e il governo, in base al quale ArcelorMittal, numero uno mondiale dell’acciaio, si è impegnato a investire 180 milioni di euro sul sito in cinque anni.

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