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I casi di pedopornografia nel 2011

(Keystone-ATS) Nel 2011 il Servizio di coordinazione per la lotta contro la criminalità su internet (SCOCI) dell’Ufficio federale di polizia (fedpol) ha ricevuto 5’330 segnalazioni, il 14% in meno rispetto all’anno precedente. Seppure in calo, la maggior parte delle notificazioni – 1’206 – riguardava “pornografia dura”, di cui il 90% pedopornografia.

La flessione delle segnalazioni in questa categoria non significa tuttavia che tali contenuti e reati compiuti su internet siano veramente diminuiti, afferma il SCOCI in una comunicato diffuso oggi. La riduzione delle comunicazioni è in primo luogo riconducibile al fatto che i contenuti pedopornografici sono sempre meno accessibili al pubblico: i pedocriminali si servono consapevolmente di piattaforme protette o difficilmente accessibili quali forum, gruppi e reti sociali, che permettono loro di scambiare materiale pedopornografico in modo più discreto e anonimo.

Ma il lavoro del SCOCI non si limita soltanto alla ricezione e al trattamento di comunicazioni inviate dalla popolazione: grazie alle ricerche attive, nel 2011 il Servizio ha allestito 225 dossier su casi sospetti, di cui 223 sono stati trasmessi alle autorità cantonali di perseguimento penale e due ad autorità estere.

La maggior parte dei casi scaturisce dal monitoraggio delle reti “peer to peer” (P2P) volto a individuarne gli utenti pedocriminali. Il monitoraggio ha permesso di identificare 214 persone che hanno partecipato attivamente allo scambio di materiale pedopornografico su simili reti. In 16 casi i collaboratori del SCOCI hanno inoltre svolto indagini preliminari mascherate in chatroom. Le informazioni ottenute in alcuni casi sono state all’origine di provvedimenti processuali, quali perquisizioni domiciliari e interrogatori, svolti nei vari cantoni interessati. I procedimenti avviati in tale contesto sono ancora pendenti.

Nel 2011 il SCOCI ha trasmesso alle autorità cantonali di perseguimento penale complessivamente 263 casi, scaturiti sia dalle ricerche attive sia dalle comunicazioni inviate a SCOCI mediante l’apposito modulo online. Come in passato, la maggioranza dei casi è stata trasmessa alle autorità dei cantoni più popolosi, quali Zurigo, Berna e Vaud.

Secondo i riscontri forniti dai Cantoni, nel 91% dei casi trasmessi dal SCOCI le autorità cantonali di polizia sono state indotte a eseguire perquisizioni. Nell’84% delle perquisizioni domiciliari effettuate sulla scorta delle segnalazioni di sospetto è stato sequestrato del materiale illegale. Nel 94% dei casi il materiale penalmente rilevante sequestrato era di carattere pedopornografico.

Le comunicazioni della categoria “spam” sono calate per il quarto anno consecutivo. È possibile che le vittime siano generalmente diventate più indifferenti nei confronti dello spamming e che rinuncino pertanto a segnalarlo a SCOCI, si afferma nel comunicato. Inoltre i filtri contro gli spam sono sempre più affidabili.

Nella categoria “criminalità economica” spicca in particolare l’aumento del 53% delle segnalazioni nel settore delle truffe. Soprattutto le persone che acquistano prodotti (automobili, appartamenti, apparecchi elettrici, ecc.) tramite programmi di condivisione online o siti di piccoli annunci finiscono nel mirino di truffatori, spesso di origine straniera.

Anche le segnalazioni nel settore dei reati economici (in particolare casi di phishing e di riciclaggio di denaro) sono cresciute in modo considerevole (+28%). Gli artefici dei tentativi di phishing mirano principalmente a impossessarsi dei dati di accesso ai conti di e-banking e di programmi di condivisione online.

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