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Identificato intruso a Casa Bianca, in attesa di accuse

(Keystone-ATS) È stato identificato l’intruso che ha saltato il recinto della Casa Bianca mentre il presidente Barack Obama e la famiglia era riunita per il pranzo del Thanksgiving. Si tratta – riferisce il Secret Service – di Joseph Caputo.

L’uomo è stato arrestato ed è in attesa che siano formulate le accuse nei suoi confronti. La Casa Bianca è stata posta in “lockdown” per un paio d’ore e, anche se l’allarme è poi rientrato, il lato sud e nord della residenza rimangono temporaneamente chiuse.

Si tratta dell’ennesima falla nella sicurezza alla Casa Bianca: nel giorno del Ringraziamento, durante il quale sono stati rafforzati i controlli in tutti gli Stati Uniti dopo l’allerta sui possibili rischi dovuti alla crescente minaccia terroristica, Caputo è riuscito a saltare il recinto della residenza presidenziale mentre Barack Obama e famiglia erano riuniti per il pranzo di Thanksgiving.

L’uomo è stato subito arrestato dagli agenti della Sicurezza e l’edificio è stato posto in immediato isolamento. Ma l’ennesimo incidente, il terzo quest’anno, mette in imbarazzo il Secret Service, il corpo d’elite che si occupa della sicurezza del presidente e della sua famiglia, già nella bufera per i sette casi simili avvenuti nel 2014.

In base a quanto si è appreso, Caputo ha saltato il recinto del lato nord della Casa Bianca, lungo Pennsylvania Avenue, avvolto nella bandiera a stelle e strisce e con una cartelletta in mano, e si è messo a camminare con le mani alzate. Gli uomini del Secret Service lo hanno subito placcato fermandone la corsa. La scena è stata ripresa da alcuni turisti che hanno postato poi le foto sui social media.

È il terzo incidente del genere quest’anno, nonostante la Sicurezza abbia installato un doppio recinto davanti alla Casa Bianca dopo che lo scorso anno un uomo, Omar Gonzalez, armato di coltello saltò l’inferriata e riuscì addirittura ad addentrarsi nei corridoi della residenza, giungendo fin davanti alla East Room prima di venire bloccato da un agente. Fu troppo e l’episodio portò alle dimissioni di Julia Pierson, l’allora numero uno del corpo d’elite addetto alla sicurezza del presidente Usa dopo solo 18 mesi dall’incarico.

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