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Immigrazione: 2011, strage di profughi nel Mediterraneo

Questo contenuto è stato pubblicato il 31 gennaio 2012 - 20:05 minuti
(Keystone-ATS)

Una strage senza precedenti ha trasformato il 'mare nostrum' in una vera e propria tomba d'acqua per chi, nel 2011, ha tentato la fuga dalle coste del Nordafrica: nell'anno della primavera araba sono stati infatti almeno 1500 i morti o dispersi tra i profughi che hanno cercato di raggiungere le coste europee.

A diramare il tragico bilancio è l'Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) secondo la quale le cifre dell'anno scorso rappresentano un record negativo da quando, nel 2006, l'agenzia ha iniziato a registrare queste statistiche.

I dati sono stati comunicati oggi a Ginevra dalla portavoce dell'agenzia, Sybella Wilkes. "Nel 2011 più di 1500 persone sono annegate o scomparse nel tentativo di attraversare il Mediterraneo", ha affermato Wilkes sottolineando come, "per i nostri team a Malta, in Grecia e in Italia il numero di vittime potrebbe essere perfino più alto".

In effetti, pochi giorni fa il Consiglio italiano per i rifugiati (Cir) aveva parlato di "2200 persone annegate nel canale di Sicilia nel 2011, il numero più alto in assoluto da quando è iniziato il fenomeno degli attraversamenti". Mentre già all'inizio di dicembre era stata la Commissione Migrazioni del Consiglio d'Europa ad anticipare un bilancio di quasi 2mila vittime.

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