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Immigrazione di massa: partiti tranne UDC per nuova votazione

(Keystone-ATS) PLR, PBD, PS e PPD vedono di buon occhio una nuova votazione per limitare l’immigrazione senza sacrificare gli accordi bilaterali tra Svizzera e Unione Europea. L’UDC, promotrice dell’iniziativa per l’introduzione di contingenti accettata nel 2014, è scioccata.

Il Consiglio federale ha posto in consultazione in febbraio il suo progetto d’applicazione dell’iniziativa “Contro l’immigrazione di massa” fino a giovedì. Prevede contingenti annuali per pressoché tutti gli stranieri e priorità al reclutamento della forza lavoro residente.

Tetti massimi verrebbero applicati per i soggiorni con fini lavorativi di più di quattro mesi. Vi dovrebbero sottostare tra gli altri anche i frontalieri. Il governo non prevede invece limiti per i lavoratori notificati (assunzioni d’impiego, indipendenti, distaccati): per loro varrà l’obbligo di notifica come ora.

L’esecutivo ha rinunciato a definire in anticipo un obiettivo di riduzione rigido per preservare gli interessi generali dell’economia, in linea con quanto chiesto dall’iniziativa.

Nel disegno del governo gli obiettivi saranno codificati in una revisione della Legge federale sugli stranieri (LStr) e, soprattutto, dell’Accordo sulla libera circolazione delle persone (ALC). Qui casca l’asino: i più alti dirigenti dell’Ue hanno più volte ribadito di non voler rinegoziare l’ALC.

Per questa ragione nei partiti si è fatta strada l’idea di una nuova votazione. È in particolare il caso del PLR, che ha cambiato rotta: se lo scorso febbraio il partito sosteneva la volontà del Consiglio federale di applicare precisamente il testo dell’UDC, attualmente giudica il progetto “una cattiva soluzione”.

“Bisogna chiedersi se non sia meglio un voto alternativo, dove scegliere tra un’applicazione rigorosa, che significa la fine degli accordi bilaterali I, e un’applicazione conforme alla nostra idea ‘severa ma equa’, che salva i bilaterali”, ha detto il presidente del PLR Philipp Müller in un’intervista pubblicata ieri dalla SonntagsZeitung.

Il PLR ha già preparato una soluzione d’emergenza compatibile con le esigenze dell’Ue. Il documento è composto di una serie di misure volte a lottare contro gli abusi alla libera circolazione delle persone e a limitare l’immigrazione da Paesi terzi. In questo modo Müller conta di ridurre l’immigrazione. Mettendo fine agli abusi, il presidente del PLR ritiene poi che il malcontento popolare diminuirà.

Come già affermava in febbraio, anche il PBD vuole organizzare una nuova votazione. Per il partito il progetto del governo non permette di ridurre l’afflusso di stranieri e mette in pericolo gli accordi bilaterali. Sia l’adesione all’Ue che l’isolamento costituiscono pericoli da evitare. Il popolo deve dunque fare chiarezza sulla sua posizione riguardo ai bilaterali.

Per il PS una votazione popolare è pressoché inevitabile e dovrebbe riguardare il mantenimento di queste intese. Il partito auspica inoltre che lo scrutinio concerna pure l’estensione delle relazioni con Bruxelles. La riduzione dell’immigrazione – indica la risposata alla consultazione – deve avvenire attraverso misure mirate sul mercato del lavoro interno. I contingenti sono inefficaci, ritiene.

Nella sua presa di posizione, il PPD non menziona una nuova eventuale votazione. Stando al quotidiano romando Le Temps però il vicepresidente del partito Dominique de Buman è disposto a discutere di una votazione, che giudica tuttavia pericolosa. Il consigliere nazionale friburghese è persuaso che la maggioranza degli svizzeri voglia salvare i bilaterali. Nella presa di posizione il PPD chiede l’introduzione di una clausola di salvaguardia nella LStr. Per ridurre l’immigrazione punta su un migliore sfruttamento della manodopera residente, passando per la facilitazione del lavoro delle donne con figli.

L’UDC si esprimerà sul progetto del governo domani in una conferenza stampa. Ieri sera però il presidente dell’UDC Toni Brunner, interrogato dal telegiornale della televisione svizzero tedesca SRF, si è detto scioccato dalle riflessioni di Philipp Müller. Come gli altri partiti – ha affermato il consigliere nazionale sangallese – il PLR segnala a Bruxelles la disponibilità a votare di nuovo nel caso in cui tra Bruxelles e Berna non vi fossero trattative per adeguare l’ALC.

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