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Imprese Confederazione: rafforzare sorveglianza, commissione

Monika Ribar, presiente del cda delle FFS, era stato uno dei casi all'origine dell'indagine della Commissione. KEYSTONE/ANTHONY ANEX sda-ats

(Keystone-ATS) Buona parte delle raccomandazioni emesse lo scorso anno dalla Commissione della gestione degli Stati (CdG-S) riguardo alla sorveglianza sui legami di interesse nelle imprese vicine alla Confederazione sono state attuate.

Consiglio federale e Amministrazione dovrebbero tuttavia rafforzare ulteriormente la loro vigilanza sulle aziende. È quanto rileva la CdG-S in un breve rapporto pubblicato oggi.

Nell’agosto 2018 la Commissione aveva pubblicato uno studio riguardante la vigilanza esercitata dal Consiglio federale e dai dipartimenti competenti sulle aziende parastatali in materia di legami d’interesse. L’analisi era partita dal mandato assunto dalla presidente del consiglio d’amministrazione (cda) delle FFS, Monika Ribar, presso Capoinvest, società tirata in ballo nella vicenda dei “Paradise Papers”.

Era emerso che Ribar aveva in un primo momento omesso di dichiarare alle FFS il mandato. La lacuna si spiega con il fatto che fino alla fine del 2017 presso le FFS le dichiarazioni dei mandati dipendevano in gran parte dalla volontà individuale dei membri del cda. Inoltre, il comitato interno delle Ferrovie incaricato dei controlli non si riuniva da diversi anni.

La GdG-S era giunta alla conclusione che occorreva rafforzare questa vigilanza. Al riguardo aveva formulato alcune raccomandazioni, che in estrema sintesi invitavano il Consiglio federale a maggiori controlli e a un atteggiamento più attivo in materia.

Oggi, a più di un anno di distanza, la Commissione esprime in un rapporto sintetico soddisfazione riguardo alle sue raccomandazioni, che sono state “ampiamente attuate”. Il Consiglio federale ha riconosciuto di avere una competenza sussidiaria in materia di vigilanza sui legami d’interesse in seno alle aziende parastatali, sebbene la responsabilità primaria sia delle società in questione. Ha quindi adottato, assieme all’Amministrazione, diverse misure per meglio definire i principi di base.

In una lettera alle aziende interessate a fine 2018, le segreterie generali del Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC) e del Dipartimento federale della difesa (DDPS), come pure l’Amministrazione federale delle finanze (AFF), hanno precisato le attese della Confederazione per quanto riguarda la vigilanza sulle relazioni d’interesse. Il Consiglio federale ha pure deciso di completare, nel suo rapporto del 2006 sul governo d’impresa, il capitolo dedicato al ruolo del consiglio d’amministrazione in questo ambito.

Pur dicendosi soddisfatta per quanto fatto finora, la CdG-S ricorda che il ruolo centrale del Governo è quello di assicurarsi che i principi in materia siano trasposti nella pratica in seno alle imprese e che queste ultime applichino effettivamente i loro regolamenti interni. Secondo la commissione, il Consiglio federale dovrebbe pensare a armonizzare il processo di nomina fra le diverse imprese nonostante le riserve formulate in materia dai dipartimenti. Considera inoltre che il ruolo dell’AFF nell’ambito della vigilanza sulle relazione d’interesse debba essere chiarito. Infine, secondo la CdG-S, potrebbe essere opportuno stabilire un elenco di possibili sanzioni da parte del proprietario in caso di mancanze constatate nella dichiarazione delle relazione d’interesse.

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