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Imprese svizzere: oltre un terzo tollera comportamenti non etici

(Keystone-ATS) In Svizzera il 36% dei dirigenti d’impresa tollera comportamenti non etici, contro il 40% a livello mondiale. Una condotta non strettamente corretta viene giustificata per superare un periodo di difficoltà congiunturale, secondo un sondaggio di Ernst & Young (EY). Non meno del 18% dei quadri svizzeri accetta una manipolazione dei risultati finanziari per raggiungere obiettivi.

Fra le 50 aziende elvetiche che hanno preso parte all’inchiesta, il 94% dichiara di disporre di direttive anti corruzione o di un codice di condotto dell’impresa, rivela l’inchiesta della società. In compenso, solo il 58% dei dirigenti hanno seguito una vera formazione in materia.

Si tratta di una situazione inquietante, sottolinea EY, tenuto conto che in Svizzera, un quadro su quattro (26%) si è sentito chiedere almeno una volta di falsificare la data di un contratto. A livello internazionale il 17% ha avuto simili richieste.

Trattandosi di un nuovo tipo di rischio, il 46% delle imprese elvetiche considera la cyber criminalità una minaccia importante e i dipendenti sono visti come la principale fonte di pericolo. Secondo EY, questa diffidenza si spiega con il numero di casi di furto di dati bancari verificatesi nel Paese.

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