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Incaricato protezione dati contro body scanner

(Keystone-ATS) BERNA – L’incaricato federale alla protezione dei dati ha dubbi sull’impiego di body scanner. Gli apparecchi “full body scanner” attualmente disponibili comportano una intrusione nella sfera intima, ha affermato Kosmas Tsiraktsopoulos, il suo capo portavoce.
E’ comunque in discussione anche una nuova generazione di apparecchi, dove si dovrebbe vedere solo il profilo della persona controllata. “Ciò può andare”, ha aggiunto Tsiraktsopoulos oggi, confermando un articolo apparso sulla “Basler Zeitung”.
In una fase intermedia sono accettabili anche “soluzioni transitorie”. Per esempio che solo le donne possono osservare i body scanner delle passeggere e lo stesso dicasi per gli uomini. Oppure che il controllo sia automatico e sia visionato solo in caso di sospetto.
Tsiraktsopoulos ritiene poi “increscioso” che in seguito ad un cattivo coordinamento dei dati nel caso dell’attentatore di Detroit adesso si adottino misure che non servono a correggere l’errore: è come se quando si rompono i freni dell’auto, invece di cambiarli si introducono misure di sicurezza più severe nelle autostrade.
Anche il collega tedesco ha messo in guardia contro l’introduzione affrettata di questi apparecchi. “Non ho ancora visto un macchinario che protegga i diritti alla personalità” ha affermato Peter Schaar alla “Frankfurter Rundschau”.
Il ministo italiano Roberto Maroni parlando dei problemi della privacy ha affermato invece di ritenere che “si possa adottare una soluzione concreta ed equilibrata: con scanner poco invasivi della figura del corpo del passeggero, che appare opacizzato all’operatore, ma è in grado di rilevare qualunque anomalia, come la presenza di un sacchetto o di un oggetto”.

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