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Industria delle macchine: vendite in aumento dello 0,3% nel 2014

(Keystone-ATS) Il fatturato dell’industria svizzera delle macchine, degli equipaggiamenti elettrici e dei metalli (MEM) ha registrato un aumento contenuto dello 0,3% nel 2014. Dopo l’abolizione del tasso di cambio minimo euro-franco, i margini di guadagno sono crollati. L’organizzazione mantello Swissmem ritiene controproducente ridurre i salari o pagarli in euro.

Nel secondo semestre 2014, gli affari dell’industria MEM hanno marciato sul porto a causa della debole congiuntura in Europa, suo principale mercato, ha spiegato l’organizzazione mantello Swissmem. Nel terzo e quarto trimestre le vendite sono calate del 4,2% e del 2,4% su un anno.

Le esportazioni hanno beneficiato della ripresa negli Stati Uniti con un incremento rispetto all’anno prima del 7,8%. In aumento del 6,1% anche l’export verso l’Asia mentre verso l’Unione europea sono rimaste stabili. Nel 2014, le forniture all’estero hanno totalizzato 66,2 miliardi di franchi, un incremento dell’1,3% su un anno.

Le ordinazioni sono aumentate del 4,9%, ma non c’è stata crescita nella seconda metà dell’esercizio: da ottobre a dicembre sono calate dell’1,8% rispetto all’anno prima.

Anche se la Banca nazionale svizzera (BNS) non avesse abbandonato il tasso di cambio minimo, il settore sarebbe comunque in stagnazione, secondo Swissmem. Ma da quando è stata presa la decisione molte piccole e medie imprese sono finite nelle cifre rosse. In gennaio il 48,6% degli imprenditori prevedevano un calo a medio termine delle ordinazioni dall’estero.

Un mese dopo lo “choc” de 15 gennaio, il presidente di Swissmem Hans Hess stila un primo bilancio: con il calo brutale del tasso di cambio i prodotti dell’industria MEM sono diventati un terzo più cari nella zona euro. Come nel 2011, quando l’euro aveva raggiunto la parità con franco, verranno congelati le assunzioni e gli investimenti e gli orari di lavoro verranno adattati. Swissmem sconsiglia però di pagare gli stipendi in euro: a suo avviso questa misura “implica notevoli rischi giuridici” . Lo stesso vale per le riduzioni salariali che aggraverebbero la penuria di manodopera qualificata.

Per il presidente di Swissmem è evidente che la situazione monetaria provocherà una riduzione dei posti di lavoro. Hess però non si sbilancia in previsioni più precise. Nel terzo trimestre 2014 i posti di lavoro erano 333’675, tendo conto anche del settore orologiero, lo 0,4% in più rispetto all’anno precedente.

Le imprese devono adottare misure subito, ha aggiunto Hess. Swissmem chiede anche il sostegno di politici e partner sociali per rendere più attrattiva la piazza industriale svizzera. L’organizzazione ritiene essenziale che l’applicazione dell’iniziativa contro l’immigrazione di massa non pregiudichi gli accordi bilaterali con l’Ue. Il Consiglio federale inoltre deve attivarsi per un accordo di libero scambio con gli Stati Uniti.

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