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Iniziativa per la limitazione, turismo svizzero dice no

Secondo i contrari, stabili relazioni con l'Ue sono indispensabili soprattutto durante l'attuale crisi. KEYSTONE/TI-PRESS/ELIA BIANCHI sda-ats

(Keystone-ATS) Il settore del turismo fa fronte comune contro l’Iniziativa per la limitazione, in votazione il prossimo 27 settembre.

Secondo un comitato formato da nove associazioni, la fine della libera circolazione delle persone con l’Ue e degli accordi bilaterali in ambiti chiave comporterebbero gravi conseguenze.

Relazioni vantaggiose e stabili con l’Unione europea, il principale partner commerciale del turismo elvetico, sono essenziali, scrive il comitato in un comunicato odierno. Fra i membri figurano organizzazioni quali HotellerieSuisse, GastroSuisse e Funivie Svizzere.

L’epidemia di coronavirus sta mettendo sotto pressione il ramo e nella situazione attuale la Svizzera è più che mai dipendente dai rapporti con l’Ue, fanno notare gli oppositori all’iniziativa popolare dell’UDC, la cui denominazione ufficiale è “Per un’immigrazione moderata”. A loro giudizio, la revoca degli Accordi bilaterali I complicherebbe la ripresa.

Essi coprono aspetti come i trasporti, la libertà di viaggio o gli ostacoli tecnici al commercio. Qualora fossero rescissi, avvertono le associazioni del turismo, l’attrattiva della Svizzera subirebbe danni irreversibili.

Su scala internazionale, l’immagine del Paese in quanto meta di vacanze, trasferte o convegni verrebbe intaccata. Gli ospiti europei, ricorda il comitato contrario, formano uno degli zoccoli fondamentali dell’industria turistica elvetica, rappresentando solitamente il 55-60% di tutti i viaggiatori.

Inoltre, il settore dipende da professionisti europei, che devono continuare a essere reclutabili senza burocrazia. Se la libera circolazione delle persone venisse abolita, i costi amministrativi supplementari per l’assunzione del personale sarebbero difficilmente sopportabili, argomentano le nove associazioni.

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