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Insegnamento lingue nazionali: Confederazione propone alternativa

(Keystone-ATS) L’insegnamento di una seconda lingua nazionale deve avvenire alle scuole elementari, ai cantoni la scelta di quale idioma introdurre prima. È la proposta dell’Ufficio federale della cultura (UFC) per contrastare le velleità di alcuni cantoni svizzero-tedeschi, che vorrebbero privilegiare l’inglese, contenuta in un rapporto realizzato per la competente commissione del Consiglio degli Stati. Quest’ultima si pronuncerà nei prossimi trimestri sulla questione.

Lo scorso dicembre, la Commissione dell’educazione e della cultura (CSEC-N) del Consiglio nazionale, non volendo attendere che i cantoni trovassero una soluzione da soli, aveva adottato due iniziative parlamentari che mirano a un maggiore coinvolgimento in materia da parte della Confederazione.

La prima proposta prevede che l’apprendimento di una seconda lingua nazionale inizi al più tardi due anni prima della fine delle scuole elementari. La seconda iniziativa insiste sul fatto che la prima lingua straniera a essere insegnata debba essere una lingua nazionale.

L’UFC propone ora un’alternativa, limitandosi a precisare che l’insegnamento della seconda lingua nazionale deve avvenire alle scuole elementari. Si tratta di una soluzione che ricalca ampiamente quanto previsto da HarmoS e garantisce un’ampia libertà di azione ai cantoni. Essa non esclude un coordinamento a livello regionale e soluzioni particolari per i cantoni Ticino e Grigioni.

La CSEC-S si pronuncerà nel corso dei prossimi trimestri sulla proposta dell’UFC.

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