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Interlaken: approvata dichiarazione per riforma Corte europea

(Keystone-ATS) INTERLAKEN – Sì a una riforma in profondità della Corte europea dei diritti umani: lo stabilisce una dichiarazione congiunta approvata all’unanimità dai 47 paesi membri del Consiglio d’Europa, riuniti ieri e oggi a Interlaken (BE) per una conferenza ministeriale.
L’obiettivo è di sveltire le procedure affinché l’istituzione, che ha sede a Strasburgo, possa far fronte al crescente numero di ricorsi. Si punta in particolare a comprimere il numero dei reclami irricevibili, che costituiscono il 90% di tutte le pratiche.
Le prime misure, quelle che non richiedono emendamenti alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo, dovrebbero essere attuate entro il 2011 e un primo bilancio dell’intera operazione dovrebbe essere fatto al più tardi nel 2015.
I ministri sono stati concordi nell’affermare che “misure aggiuntive sono indispensabili e urgenti”. La Corte europea dei diritti dell’uomo è infatti sovraccarica e vi è il rischio concreto che 800 milioni di cittadini non sappiano più a chi rivolgersi per denunciare le violazioni.
Gli Stati membri si sono assunti a Interlaken un doppio impegno. Il primo è di mettere in atto una serie di provvedimenti a livello nazionale in modo da assicurare che la protezione dei diritti fondamentali venga innanzitutto garantita a ogni cittadino del proprio Stato. Queste misure dovrebbero avere come risultato una sostanziale riduzione dei ricorsi che arrivano a Strasburgo.
Il secondo invece si materializza nel lavoro che gli Stati dovranno portare avanti in seno al Comitato dei Ministri, organo esecutivo del Consiglio d’Europa, per permettere una più celere risoluzione di tutti i casi di violazione dei diritti umani.
A “guarire” la Corte, ha detto il segretario generale del Consiglio di Europa Thorbiorn Jagland, dovranno in primo luogo contribuire gli Stati nazionali che “hanno la responsabilità primaria di rispettare i diritti umani, prevenire le violazioni e porre rimedio ad esse quando si verificano”.
L’istituzione di Strasburgo è attualmente sommersa da 120 mila casi pendenti, in crescita del 23% rispetto al 2008, e ogni anno è oberata da quasi 2000 nuovi ricorsi. Oltre la metà delle richieste provengono da Russia (28,1%), Turchia (11%), Ucraina (8,4%) e Romania (8,2%).
La conferenza di Interlaken si è rivolta alla Corte invitandola a “continuare a migliorare la sua struttura interna e i suoi metodi di lavoro”. I ministri non hanno previsto di stanziare mezzi finanziari supplementari.

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