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Iran: deputati UE contestati per incontro Panahi e Sotoudeh

(Keystone-ATS) È scattata a causa di un incontro avuto con il regista Jafar Panahi e l’avvocatessa Nasrin Sotoudeh la protesta del ministero degli Esteri iraniano notificata ieri alla Grecia, nella cui ambasciata a Teheran si è svolto il colloquio con una delegazione di eurodeputati. È quanto emerge da resoconti di stampa e varie fonti a Teheran dopo che ieri sera il dicastero iraniano aveva convocato l’incaricato d’affari greco per esprimere il malcontento per l’incontro con i due dissidenti.

Nell’annunciare la protesta il dicastero non aveva precisato chi fossero i dissidenti incontrati dai parlamentari europei nonostante fossero stati condannati per coinvolgimento nei disordini anti-governativi del 2009.

La delegazione di otto eurodeputati guidata dall’ecologista finlandese Tarja Cronberg, ricordano oggi fonti a Teheran citando vari media, avevano consegnato a Panahi e Sotoudeh il Premio Sakharov che i due non avevano potuto ritirare nel 2012 a causa delle loro condanne (in particolare, l’avvocatessa dei diritti umani Sotoudeh è stata scarcerata solo nel settembre scorso).

Sotoudeh aveva dato ai parlamentari, in gran parte donne, un manufatto da lei creato in carcere. Anche se l’agenzia ufficiale Irna ha parlato di incontro “segreto”, dal sito del ministero emerge che la protesta è stata formulata perché Teheran aveva messo in guardia dal tenere l’incontro, avvenuto contro la propria volontà.

La consegna del premio effettuata dalla prima delegazione ufficiale dell’europarlamento recatasi in Iran dal 2007 (il crisma di ufficialità di una visita compiuta da tre socialisti in ottobre è controversa) aveva innescato proteste di conservatori che avevano invocato una reazione da parte del ministero degli Esteri, poi avvenuta ieri.

Pur a piede libero, Panahi è stato condannato a sei anni di carcere e 20 di interdizione dalla sua attività per aver cercato di girare un documentario sui disordini seguite alla controversa rielezione del presidente Mahmud Ahmadinejad nel 2009. Sotoudeh, avvocato anche del premio Nobel per la Pace Shirin Ebadi, prima di essere scarcerata ha scontato tre dei sei anni di reclusione subiti per diffusione di propaganda sovversiva e cospirazione ai danni dello Stato.

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