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Iraq: attacchi in 15 città fanno almeno 67 morti

(Keystone-ATS) Una serie di attentati avvenuti oggi in diverse città irachene hanno fatto almeno 67 morti e oltre 300 feriti. Si tratta della più grave ondata di violenza da un anno a questa parte e avviene mentre l’esercito americano sta negoziando il mantenimento di un contingente limitato anche dopo la fine del 2011.

Nella mattinata Kut, Tikrit, Baghdad, Taji, Najaf, Kirkuk, Ramadi, Karbala, Khan Beni Saad, Iskandariya, Mosul, Balad e altre località nella provincia di Diyala, tra cui Baquba, sono state attaccate. Gli attentati non sono stati finora rivendicati.

Il bilancio, calcolato dalla France Presse in base a informazioni ufficiali, è il più pesante in un sol giorno dal 10 maggio del 2010 quando una sessantina di attacchi in tutto il paese aveva fatto almeno 110 morti e oltre 500 feriti.

Il primo ministro iracheno Nuri al-Maliki ha affermato in un comunicato che “uccidere iracheni innocenti durante questo mese (quello del Ramadan, ndr) dimostra che chi ha fatto questo non ha né religione, né senso del bene comune”. Gli autori “non resteranno impuniti. Le forze di sicurezza non devono dare tregua a questi assassini”, ha aggiunto.

L’attacco più sanguinoso, un doppio attentato dinamitardo, ha causato almeno 40 morti e 65 feriti a Kut, 160 km a sud-est di Baghdad, secondo un bilancio stilato da Ghalid Rashid Khazaa, portavoce dei servizi sanitari del governatorato di Wasit, di cui Kut è la capitale.

I due attacchi si sono verificata alle 7:00 circa (ora svizzera) nell’affollato centro città di questa località di quasi 400’000 abitanti, secondo una fonte della polizia. Ad esplodere, praticamente in contemporanea, sono state un’autobomba e un ordigno posto sul ciglio della strada.

A Najaf (150 km a sud di Baghdad), due autobombe sono esplose provocando 7 morti e 60 feriti, in gran parte agenti di polizia, secondo un portavoce del Ministero della Salute. A Tikrit sono stati due kamikaze che si sono fatti saltare in aria nei locali dell’antiterrorismo provocando tre morti. Gli aggressori indossavano uniformi della polizia e distintivi falsi e volevano “liberare combattenti di al-Qaeda dal carcere”, ha detto un funzionario coperto dall’anonimato.

“Gli attacchi di oggi non sono stati una sorpresa”, secondo il portavoce del comando delle operazioni alleate a Baghdad, il generale Qassem Atta. “Una serie di altri attentati previsti per oggi ha potuto essere evitati”, ha affermato. “Ogni tre o quattro mesi al-Qaeda effettua operazioni per dimostrare che è ancora presente”, ha aggiunto.

Questa serie di atti terroristici coincide con l’accordo tra i principali partiti iracheni per l’inizio dei negoziati in vista nel mantenimento nel paese di un contingente americano anche dopo il 2011. Gli Stati Uniti hanno ancora 47’000 soldati in Iraq, che, secondo l’accordo siglato nel 2008 tra Baghdad e Washington, devono lasciare il paese entro fine anno.

Da entrambi i fronti si avverte però che un accordo è lungi dall’essere trovato. Molte questioni delicate rimangono ancora in sospeso, tra le quali il numero di militari e la durata dell’impiego.

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