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Iraq: funzionario Usa, armi ai curdi da varie fonti

(Keystone-ATS) I curdi iracheni “ricevono armi di varie fonti” per fermare l’avanzata dei jihadisti dello Stato islamico (ex Isis): lo ha detto oggi un funzionario del Dipartimento di Stato americano senza fornire altre indicazioni.

Mentre il ministro degli esteri francese, Laurent Fabius, scrive il in una lettera all’Alto rappresentante dell’Ue per gli affari esteri Catherine Ashton che “è indispensabile che l’Unione europea si mobiliti per rispondere alla richiesta d’aiuto” dei curdi in Iraq, che hanno “necessità imperiosa di disporre di armi e munizioni che permettano loro di affrontare il gruppo terrorista dello Stato islamico”. E chiede “una riunione speciale del Consiglio dei ministri degli esteri” sul tema.

Da parte sua una portavoce del ministero degli esteri tedesco ha spiegato che la consegna di armi ai curdi del nord dell’Iraq non è in questione al momento per Berlino. La Germania vuole limitarsi ad aiuti umanitari.

Anche la Gran Bretagna conferma la linea fino ad ora espressa, sottolineando che l’intervento in questa crisi irachena resta di natura umanitaria e non militare. Monta tuttavia la pressione sul primo ministro David Cameron, dopo che un gruppo di deputati conservatori ha chiesto al governo di percorrere la stessa strada scelta da Barack Obama approvando raid aerei sulle zone in Iraq assediate dallo Stato islamico (ex Isis). Secondo quanto riferisce il “Times” inoltre, c’è chi preme affinché si forniscano armi alle forze in Kurdistan che si oppongono ai jihadisti.

Intanto diversi deputati sciiti iracheni hanno criticato oggi i raid americani perché, a loro avviso, sono diretti solo a sostenere la resistenza della regione autonoma del Kurdistan, e così salvaguardare “gli interessi americani”.

“Ovviamente gli Stati Uniti non sono un’associazione caritatevole – ha sottolineato ad esempio Habib al-Tarfi, parlamentare del blocco Muwaten – e le loro politiche sono legate ai loro interessi. Abbiamo visto come il loro intervento militare sia limitato ad aree nel nord dell’Iraq, mentre trascurano aree dove il conflitto imperversa a nord e a ovest di Baghdad”.

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