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Iraq: giustiziato “Ali il chimico”

(Keystone-ATS) BAGHDAD – Ali Hassan al Majid, detto “Ali il chimico’, è stato impiccato oggi. Considerato uno dei più feroci esponenti del deposto regime di Saddam Hussein, era stato condannato a morte quattro volte per crimini contro l’umanità, in particolare per il massacro con gas di 5000 curdi nel 1988.
Cugino e genero nonché braccio destro dell’ex presidente iracheno Saddam Hussein, Ali Kamil Hassan al-Majid è stato condannato a morte nel giugno del 2007 per genocidio del popolo curdo, nel 2008 per la repressione degli sciiti durante la guerra del Golfo del 1991, nel 2009 per le uccisioni di sciiti del 1999. Era soprannominato “Ali il Chimico” per l’attacco con gas nervini contro la cittadina di Halabja, in cui nel 1988, in piena guerra contro l’Iran, furono uccisi 5000 civili.
Nel settembre del 2007 la Corte suprema irachena aveva confermato la condanna a morte di Ali per la campagna anti-curda detta di Anfal, che portò allo sterminio di 180’000 curdi secondo l’accusa, ma la pena fu sospesa per il mese di Ramadam. Nel febbraio del 2008 il Consiglio presidenziale ne aveva stabilito definitivamente la messa a morte.
Nato 67 anni fa nella regione settentrionale di Tikrit, la stessa di Saddam, tra il 1990 e il 1991 era stato per alcuni mesi ‘governatore’ del Kuwait occupato – dove si guadagnò l’appellativo di ‘boia’ – e ministro della Difesa. In precedenza era stato capo delle unità d’elite nella guerra contro l’Iran (1980-’88) e, dal 1987 al 1990 a capo del programma di sviluppo del ministero dell’Industria e dell’Industrializzazione militare.
Fu dato per morto almeno due volte durante la prima fase dell’intervento anglo-americano in Iraq nel 2003, quando il suo bunker e poi un suo presunto nascondiglio a Bassora furono attaccati con armi di precisione. Fu catturato nel nord dell’Iraq il 21 agosto 2003.
Ali il Chimico aveva apertamente riconosciuto di aver ordinato di utilizzare i gas contro la popolazione civile. “Sono stato io che ho dato gli ordini all’esercito per bonificare i villaggi e ripopolarli”, aveva ammesso a più riprese, sostenendo di non avere mai “commesso errori”.

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