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Iraq: Moqtada Sadr alla folla, via gli americani

(Keystone-ATS) NAJAF – Quasi quattro anni lontano dall’ Iraq non lo hanno cambiato: per Moqtada Sadr, il leader radicale sciita iracheno a lungo considerato dagli Usa come una spina nel fianco, gli Stati Uniti sono sempre un nemico, a cui è necessario “resistere con tutti i mezzi”.
Tornato in Iraq mercoledì scorso, oggi ha pronunciato il suo primo discorso in pubblico, a Najaf, la città santa sciita a 150 km a Sud di Baghdad, e ha affermato che, anzi, i “nemici comuni” sono tre: gli Usa, la Gran Bretagna e Israele. Osannato dalla folla, migliaia di sostenitori che lo hanno atteso a lungo, il religioso dal turbante nero che distingue i ‘discendenti dal Profetà ha scandito: “Noi resisteremo sempre all’occupante, con la resistenza militare e con ogni mezzo”, perchè “noi siamo sempre combattenti”. Salvo poi ambiguamente affermare che le armi sono “solo per la gente armata”; forse in un tentativo di calmare i timori su una possibile ripresa delle attività militari della sua potente milizia ‘Esercito del Mahdì che, forte anche di 60 mila uomini, è stata ripetutamente accusata di essere responsabile di una ondata di omicidi settari negli anni più bui del dopo Saddam, il 2006 e 2007. Ora, per suo volere ‘l’Esercitò, che è stato protagonista di due sanguinose rivolte contro le forze Usa, ha deposto le armi, nel 2008, e si è trasformata in una “organizzazione umanitaria”, ma molti ritengono che potrebbe anche tornare a combattere, ad un suo ordine.
Ma per ciò che riguarda il ‘fronte internò, Sadr è stato esplicito: “È necessario girare per sempre la pagina dei conflitti tra fratelli e vivere nella pace e nella sicurezza”, ha detto, aggiungendo che “il governo è stato formato e se sarà al servizio del popolo saremo con esso”; vice versa, “ci sono modi per correggerlo, ma che devono essere politici”.
E sul fronte politico Sadr è altrettanto potente che su quello militare: 39 deputati su 325 in Parlamento fanno riferimento a lui e sono stati cruciali per far nascere il mese scorso il nuovo governo guidato da Nuri al Maliki, in cui Sadr ha sei ministri. Ma la veste politica non gli ha impedito ancora oggi di mantenere il profilo populista, al punto di arringare la folla esosrtandola a scandire “abbasso, abbasso gli Usa”, e i suoi sostnitori hanno accolto con entusiasmo l’invito.

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