Is: nessun rischio imminente in Svizzera, Maurer
(Keystone-ATS) Non esistono “al momento minacce concrete e imminenti” di attacchi jihadisti contro la Svizzera, sostiene il ministro della difesa Ueli Maurer. Il Paese non è però al riparo da azioni di “individui isolati”, ha sottolineato, specificando di prendere la minaccia sul serio.
“Non panichiamo!” ha dichiarato il consigliere federale in un’intervista pubblicata oggi da “Le Temps”. Maurer vede una certa “sovra reazione” a proposito di un presunto futuro attentato dello Stato islamico (Is) in Svizzera. Il ministro ha comunque riconosciuto che la Confederazione non è neutrale nella lotta al terrorismo, a causa della necessaria coordinazione internazionale, e si trova quindi esposta.
Ma “non prendendo parte ai conflitti e senza un passato coloniale, la Svizzera è forzatamente meno presa di mira rispetto alla Francia”, che partecipa alla coalizione internazionale contro l’Is.
Rifiutandosi di confermare o smentire l’arresto, rivelato qualche giorno fa dalla stampa, di tre iracheni membri di una cellula terroristica pronta a sferrare attacchi, Maurer ha sottolineato che la lotta contro gli jihadisti è una priorità Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC). “La prevenzione è importante, così come la sorveglianza su Internet”.
Secondo il SIC, una ventina di casi legati allo jihadismo sono oggetto di un’inchiesta del Ministero pubblico della Confederazione (MPC). Alcuni svizzeri combatterebbero in Siria. Al loro ritorno “saranno sorvegliati”, ha spiegato il consigliere federale.
Il ministro della difesa non nega che svizzeri potrebbero essere reclutati da francesi, ma sostiene anche che la situazione fra i due Paesi è differente: i musulmani sono infatti “piuttosto ben integrati” in Svizzera, “contrariamente a quanto accade in alcune ‘banlieue’ francesi”. Berna e Parigi sono comunque intenzionate a creare “tavole rotonde regolari per favorire scambi di informazioni ed esperienze” sul tema.
