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Isis, due ostaggi ‘for sale’, se ‘invenduti’, rischiano

(Keystone-ATS) Con inserzioni pubblicitarie sulla sua rivista “Dabiq”, lo Stato islamico ha messo “in vendita” un ostaggio norvegese e uno cinese alludendo alla possibilità di ucciderli qualora nessuno paghi il riscatto: quella pubblicizzata è infatti “un’offerta a tempo limitato”.

Nella penultima e terzultima pagina di un numero della rivista pubblicato mercoledì, l’Isis pubblicizza in inglese un “prigioniero norvegese in vendita” con un “for sale” riservato anche al cinese. Quattro foto segnaletiche di due uomini in tuta gialla sovrastano la scritta: “è stato abbandonato dal suo governo, che non ha fatto del proprio meglio per comprare la sua libertà. Chiunque voglia pagare il riscatto per il suo rilascio e trasferimento può contattare” un numero che inizia con +96 (un prefisso che il sito “fakenumber.org” considera “falso”).

Le inserzioni, su sfondo scuro e ad alta definizione, sono rivolte “a chi può riguardare tra i pagani, crociati e i loro alleati, come anche tra quelle che sono definite organizzazioni per i ‘diritti’ umani”. Accanto alle foto (di fronte, profilo, tre-quarti e di nuca) vengono precisate le generalità degli ostaggi: Ole Johan Grimsgaard Ofstad, 48 anni, nato a Porsgrunn (Norvegia), “laureato in scienze politiche” e Fan Jinghui, 50, di Pechino, “consulente freelance”. Di entrambi viene anche dato un indirizzo dettagliato.

Il riferimento all’offerta a “tempo limitato” lascia temere che, se la linea della fermezza del governo norvegese e cinese continuerà, per i due la tuta gialla verrà cambiata in quella arancione che hanno indossato le decine di ostaggi decapitati coi coltelli o uccisi in altre barbare maniere come l’annegamento o i roghi, anche a fuoco lento.

La premier norvegese Erna Solberg ha confermato che uno degli ostaggi nell’inserzione dell’Isis è un cittadino della Norvegia sui 40 anni ma che Oslo non intende pagare alcun riscatto.

L’uomo, ha precisato Solberg in una conferenza stampa, era stato catturato a gennaio e i “sequestratori hanno avanzato una serie di richieste” tra cui “significative somme di riscatto”. “

Non possiamo cedere e non cederemo alle pressioni di terroristi e criminali. La Norvegia non paga riscatti”, ha sostenuto Solberg. La premier ha confermato che “tutto indica come quello”, ossia lo Stato islamico, “sia dietro” al sequestro.

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