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Isis: rapporto Europol, rischio attacchi droni esplosivi

Il direttore di Europol Rob Wainwright (foto d'archivio). KEYSTONE/EPA/MARTIJN BEEKMAN sda-ats

(Keystone-ATS) Attentati jihadisti con droni esplosivi: il nuovo rapporto sul terrorismo di Europol mette in guardia sul rischio che la tecnica, in uso nelle “crisi in Iraq e Siria, possa ispirare altri” arrivando anche in Europa.

Il nuovo rapporto è stato presentato dal direttore Rob Wainwright, alla riunione informale dei ministri dell’Interno dell’Ue a Malta. Wainwright ha lanciato l’allerta sulla crescente minaccia terrorismo, col rientro massiccio dei combattenti da Iraq e Siria, “se come sembra, l’Isis sarà sconfitto”.

Intanto proprio questi due paesi continuano ad essere la palestra per i gruppi dell’Isis, ma anche di al-Qaeda (in competizione con i primi), che Europol ritiene abbiano, “volontari”, “intenzione e capacità di mettere in atto attacchi di massa, complessi” in Occidente.

C’è inoltre preoccupazione per possibili attacchi con armi chimiche, biologiche, radiologiche e nucleari. Nella sua propaganda online l’Isis, nel 2016, ha sollecitato a queste azioni, condividendo tattiche (era stata diffusa anche una guida sull’estrazione della tossina della ricina) e obiettivi.

Secondo Europol, sono 7’670 i nomi di ‘foreign fighter’ di Paesi Ue sulla lista nera della Turchia. Uno dei nuovi elementi di cui si è arricchita la propaganda del Califfato nel 2016, rileva Europol, è che “in caso di sconfitta in Siria e Iraq, l’Isis chiede ai propri affiliati, in altre aree geografiche, di portare avanti la lotta”.

Secondo Wainwright, le donne hanno assunto ruoli più operativi nelle attività terroristiche jihadiste in Europa, così come anche i bambini o i giovani adulti. Uno su quattro (26%) delle persone arrestate, nel 2016, erano donne, “un importante aumento”, se comparato al 18% del 2015.

Inoltre, nonostante una diminuzione delle partenze verso le aree di crisi, la Gran Bretagna ha segnalato un aumento nel numero di donne, famiglie e minori impegnati nel conflitto in Iraq e Siria, mentre l’Olanda ha evidenziato che oltre 40 bambini (fino a 12 anni) sono andati nelle zone di conflitto.

Nel 2016 sono state 135 le vittime di attentati jihadisti nell’Ue, mentre gli attacchi registrati sono stati 13 (5 in Francia; 4 in Belgio; e 4 in Germania), 10 di questi portati a compimento. Gli arresti per presunti crimini connessi al terrorismo islamista nel 2016 sono stati 718, soprattutto in Francia (429), dove sono aumentati per il terzo anno di seguito.

Nel 2016 si è registrata una diminuzione della produzione e della diffusione on-line della propaganda del Califfato, questo grazie anche alle misure adottate da alcune piattaforme dei social network, che iniziano a dare risultati.

Cambiamenti si registrano anche nei contenuti propagandistici: dalla retorica dell’Islam vittorioso si è passati ai richiami a vendicare l’Islam sunnita, “sotto attacco da parte di una presunta alleanza ebraico-sciita e dall’alleanza internazionale anti-Isis”. In questo scenario, si rileva, al-Qaeda ha cercato di approfittare dello spazio lasciato dall’Isis, muovendosi, come il suo avversario, su Telegram, dove è più difficile incorrere nell’oscuramento.

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