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Israele: crisi politica peggiora, scontro sulla Knesset

Il coronavirus peggiora la crisi politica in Israele (foto d'archivio) KEYSTONE/EPA/ATEF SAFADI sda-ats

(Keystone-ATS) A pochi giorni dall’incarico di formare il governo affidato Benny Gantz, la situazione politica in Israele sta peggiorando ed allontana la possibilità di arrivare alla risoluzione della crisi costata ad ora ben tre elezioni.

La decisione di chiudere la Knesset – giustificata dal presidente del parlamento Yuli Edelstein (Likud) con la lotta al coronavirus – sta creando un parapiglia istituzionale che ha portato Blu-Bianco a depositare un urgente ricorso alla Corte Suprema per imporne la riapertura.

Già la prima seduta del parlamento era stata giudicata surreale visto che Edelstein aveva imposto ai 120 neo deputati di giurare a 3 alla volta. E, con la stessa motivazione, aveva respinto la richiesta del partito di Gantz di procedere all’elezione di un nuovo presidente dell’assise.

La situazione è diventata ancora più precaria dopo la mossa di Benyamin Netanyahu, premier ad interim, di approvare misure tecnologiche di lotta al virus affidandone la gestione allo Shin Bet (il servizio segreto interno), ritenute lesive della privacy, senza che la Knesset potesse vagliarle.

Oggi infine la polizia ha bloccato una carovana di 100 automobilisti che a Gerusalemme intendevano protestare contro quelle misure definite “incompatibili con un regime democratico”.

Lo scontro in atto ha fermato ogni contatto tra Blu-Bianco e il Likud per la formazione di un governo di unità e per questo il presidente Reuven Rivlin ha rivolto un appello alle parti di proseguire nei colloqui e “di assicurare l’attuale e corretto funzionamento della Knesset” che è fondamentale per “gli israeliani in questo tempo di crisi come non mai”.

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