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Israele: migranti obbligati a partire, destinazione Ruanda

(Keystone-ATS) Un clima di apprensione si sta diffondendo fra i circa 50 mila migranti africani (per lo più eritrei e sudanesi) entrati clandestinamente in Israele, di fronte all’ inasprimento della politica del governo nei loro confronti.

L’anno scorso oltre mille (per lo più scapoli) sono stati costretti a concentrarsi nel Centro di accoglienza di Holot, nel Neghev. Questa settimana, con l’ingresso in vigore di una nuova politica, alcuni internati di Holot hanno ricevuto la comunicazione che entro 30 giorni dovranno lasciare Israele. In caso contrario rischiano di essere rinchiusi nella vicina prigione di Saharonim (Neghev), per un periodo indeterminato.

Negli ultimi due anni, data l’impossibilità di lavorare in Israele, circa novemila migranti africani hanno fatto ritorno in Africa. Israele ha finanziato i loro voli e ha consegnato a ciascuno 3500 dollari, per far fronte alle prime necessità. Adesso il governo vuole intensificare il ritmo delle partenze, a partire dagli internati di Holot.

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