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Israele eleva allerta, marce su frontiere Libano e Siria

(Keystone-ATS) Israele ha elevato lo stato di allerta lungo le proprie frontiere settentrionali. La decisione è stata adottata in seguito al moltiplicarsi di appelli in Libano e in Siria a organizzare oggi marce di protesta palestinesi nell’intento di superare le barriere di confine, così come è avvenuto nel Golan occupato il 15 maggio scorso in occasione della Giornata della “Naqba”. Con questo termine i palestinesi si riferiscono al ‘disastrò della costituzione dello stato di Israele, 63 anni fa.

Secondo la radio militare, misure rafforzate di sicurezza sono state adottate dalle forze dislocate nel nord di Israele e anche dalla polizia, che è stata incaricata di seguire possibili mobilitazioni di protesta anche fra gli arabi della Galilea.

Da Gaza si ha inoltre notizia che al termine delle preghiere nelle moschee gruppi di dimostranti potrebbero cercare di lanciarsi verso il valico di Erez (che conduce a Israele) – così come è avvenuto il 15 maggio scorso – oppure contro altri reticolati.

Nella Giornata della Naqba i molteplici tentativi di abbattere i reticolati di frontiera lungo il confine con il Libano, sul Golan e ai margini di Gaza sono costati la vita a 14 dimostranti. Circa 150 dimostranti provenienti dalla Siria (per lo più di origine palestinese) sono riusciti a raggiungere la cittadina drusa di Majdal Shams e sono stati costretti a rientrare in Siria poche ore dopo dall’esercito israeliano.

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