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Italia: 11 mila migranti in una settimana, 950 morti in 2015

(Keystone-ATS) Non si ferma l’esodo dei migranti dalla Libia, un flusso continuo interrotto soltanto dalla conta dei morti e dai racconti delle sofferenze e che i sopravvissuti hanno dovuto subire: nell’ultima settimana ne sono arrivati in Italia undicimila, oltre 1.500 al giorno.

E almeno altri 950, secondo l’Alto commissariato per i rifugiati dell’Onu, sono invece in fondo al mare: sono le vittime dei naufragi dall’inizio dell’anno. Quattrocento sarebbero morti nel naufragio del 14 aprile: “quelli che erano nella stiva – ha raccontato un sopravvissuto all’associazione Arci – volevano salire per vedere le navi dei soccorritori ma il movimento ha fatto ondulare la nave per due volte e alla terza si è capovolta. È stata una tragedia”.

L’enorme afflusso di uomini, donne e bambini, sta mettendo a dura prova l’intero sistema d’accoglienza. Le strutture siciliane sono al collasso, da Lampedusa a Pozzallo dove, dice Medici senza frontiere, “la situazione è drammatica”. E in attesa che si trovi una soluzione, proprio dalla Sicilia continuano ad arrivare testimonianze choc.

L’ultima da Lampedusa, dove stanotte sono sbarcati 89 tra eritrei e somali. Almeno 25 di loro, tra cui un bimbo di 6 mesi, avevano ustioni sul corpo. Dalle testimonianze dei sopravvissuti è stato ricostruito quanto accaduto: 5 giorni fa è esplosa una bombola in un casolare a Zuwarah, in Libia, dove i migranti erano in attesa di partire. Cinque sono morti sul colpo, mentre un sesto, una donna, è morta durante il viaggio verso l’Italia.

“Non abbiamo ricevuto cure, ma soltanto qualche benda – hanno raccontato i migranti – tre giorni dopo l’esplosione ci hanno costretti a partire nonostante alcuni fossero in gravi condizioni”. Anche ieri, alcuni migranti soccorsi dalla Guardia di Finanza 33 miglia a nord di Tripoli, avevano ustioni di secondo e terzo grado e non è escluso che fossero nella stessa abitazione degli eritrei arrivati a Lampedusa.

Racconti che si vanno ad aggiungere a quelli dei sopravvissuti che erano sul gommone dove un gruppo di migranti di religione musulmana ha gettato in acqua una decina di nigeriani e ghanesi perché cristiani. Il pubblico ministero di Palermo Renza Cescon ha ascoltato per tutta la notte gli immigrati e ha chiesto al giudice per le indagini preliminari (Gip) la convalida del fermo dei 15 presunti responsabili, accusati di omicidio plurimo aggravato dall’odio religioso.

La guerra tra disperati si è svolta in mare aperto, la sera di domenica. “Ad un certo punto, molti dei musulmani, hanno incominciato a picchiarci e poi a gettarne in mare alcuni di noi cristiani. Ricordo che i musulmani dicevano espressamente che non tolleravano la presenza di cristiani nigeriani e ghanesi” ha raccontato Francis, uno dei sopravvissuti. I diretti responsabili, davanti al Gip, avrebbero però negato le accuse.

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