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Italia: Lombardia; Patto civico lascia commissione Svizzera

(Keystone-ATS) Patto civico ritira i suoi consiglieri dalla Commissione speciale per la Svizzera. L’annuncio è di Umberto Ambrosoli in una dichiarazione a commento dell’idea della Lega Nord di chiamare “Cantone Cisalpino” la cosiddetta macroregione. “Occorre dare un segnale. Sulla macroregione o si fa un discorso serio o è inutile creare organismi inutili che non hanno alcun senso”, spiega il leader di Patto Civico e della coalizione del centrosinistra nel Consiglio regionale lombardo.

“La nuova sparata di un ‘cantone cisalpino’ è una evidentissima arma di distrazione di massa. Le cronache agostane consentono di nascondere sotto l’ombrellone del Cantone Cisalpino oppure dell’inno di Lombardia con parole di Mogol la debole coesistenza tra Lega e Pdl. E non lo dico solo io: è lo stesso presidente Cattaneo che lo evidenzia ad ogni piè sospinto! Una maggioranza debole proprio perché priva di una visione condivisa. Essa regge sugli equilibri da spartizione: la vicenda Corecom (Comitato regionale per le comunicazioni ndr) ne è una eclatante dimostrazione”, sottolinea Ambrosoli.

“In questo scenario, prestarsi al gioco della ‘politica estera’ (la cui unica logica è continuare a chiudersi nel gioco dei quattro cantoni, quando invece è urgente aprirsi all’Europa) non ha più alcun senso. Così come non ha proprio senso ed è privo di ogni significato, partecipare ai lavori di una commissione della cui inutilità avevamo avuto presagio (votando peraltro contro la sua costituzione)”, aggiunge.

“In una Regione con una guida micragnosamente dedicata alle spartizioni, parlare di ‘politica estera’ è pura ipocrisia (nonostante la buona volontà di chi la guida e la compone). Non ha proprio senso permanervi oltre: scriverò perciò al presidente del Consiglio regionale Cattaneo e gli comunicherò il ritiro della partecipazione dei consiglieri del Patto Civico dalla Commissione speciale per i rapporti con la Svizzera”, sottolinea Ambrosoli.

“Alla vigilia dei grandi appuntamenti del Parlamento europeo sulle politiche regionali transfrontaliere, come è il caso della ‘Convenzione Alpina’, è ora di affrontare seriamente queste tematiche, smettendola con i giochi di parole”, conclude.

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