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Italia: medici in sciopero, 90% adesioni e tilt sale operatorie

Italia, sciopero dei medici (archivio) KEYSTONE/AP/ALESSANDRA TARANTINO sda-ats

(Keystone-ATS) Quarantamila interventi chirurgici saltati e sale operatorie e corsie semideserte negli ospedali pubblici per il ‘Black Friday’ della sanità italiana.

Ha ottenuto un’adesione altissima pari all’80-90%, come non si vedeva da anni, lo sciopero nazionale indetto per oggi in Italia dai sindacati medici per chiedere più risorse per la Sanità pubblica, definita come “ridotta ormai al collasso”, ed il rinnovo del contratto della categoria fermo da dieci anni.

Soddisfatti i sindacati, che oggi in conferenza stampa hanno ribadito le ragioni della protesta sottolineando come questa sia stata attuata anche in favore dei cittadini, con l’obiettivo di riuscire a garantire in futuro cure dignitose a tutti.

E proprio nel giorno dello sciopero, il ministro della Salute Giulia Grillo ha convocato le organizzazioni mediche al ministero, precisando come “siamo tutti dalla stessa parte” e assicurando che le richieste dei medici “saranno accolte”. Decine le manifestazioni in tutta Italia ma, come previsto per legge, sono state garantite le prestazioni indispensabili.

I 120mila camici bianchi del Servizio sanitario nazionale (Ssn), ha sottolineato il segretario generale del sindacato Anaao-Assomed Carlo Palermo, hanno incrociato le braccia per rivendicare “il diritto a curare e il diritto a essere curati”.

Ad aderire allo sciopero, i medici dell’Intersindacale che riunisce tutte le principali sigle della categoria: “Siamo costretti a fermarci un giorno per non fermarci per sempre nei prossimi anni”, spiega Palermo.

Il definanziamento del Servizio sanitario nazionale prosegue, aggiunge, “perché l’incremento del fondo sanitario per il 2019 è di un miliardo appena, pari allo 0,88% rispetto all’anno precedente, ovvero è in decremento rispetto all’inflazione”.

Quello che i medici lamentano è inoltre una crisi di organico. Già oggi, precisa il segretario Anaao, “la dotazione organica è del 10% in meno rispetto al 2009 e le prospettive sono drammatiche. Nei prossimi anni andranno in pensione con la legge Fornero 45’000 tra medici, dirigenti sanitari e veterinari. Un numero tale da mettere in ginocchio qualsiasi sistema sanitario nazionale se non si provvede immediatamente e rapidamente alle nuove assunzioni”.

Richieste accolte dal ministro Grillo che, incontrando le organizzazioni, ha affermato che “questo governo è attentissimo alle loro istanze. Io per prima sono medico e so benissimo – ha detto – l’impegno che loro mettono quotidianamente nel fare il loro lavoro”. Dal ministro sono giunte anche rassicurazioni sul rinnovo del contratto: “Abbiamo fatto passi in avanti nella questione del contratto” e “abbiamo la seria convinzione di poter accogliere le istanze che i sindacati ci hanno presentato in questo incontro”. Sarà la “prima volta dopo che – ha sottolineato – queste categorie sono state per anni tralasciate dalla politica”.

Soddisfatti anche i sindacati, che però avvertono: “Bene l’apertura del ministro ma alle parole devono seguire i fatti, in caso contrario ci saranno scioperi a dicembre e nel 2019”.

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