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Italia: migranti, tasse evase per 4 mln da Onlus Siracusa

Un'immagine mostra dei migranti sulla nave Chimera al porto di Augusta, nei pressi di Siracusa (foto d'archivio). Keystone/AP/CARMELO IMBESI sda-ats

(Keystone-ATS) Un’evasione fiscale per 4’252’177 euro, emissioni di fatture per operazioni inesistenti per 1’351’004 euro e 19 persone denunciate. È il bilancio di un’indagine della guardia di finanza di Siracusa sull’accoglienza di migranti.

Già nel 2014 erano stati disposti accertamenti su persone riconducibili a Salvatore Buzzi e Massimo Carminati, indagati in ‘Mafia Capitale’. Dall’inchiesta è emerso un collegamento tra i personaggi dell’indagine romana e un centro di accoglienza gestito in consorzio con una società siracusana.

Le indagini si sono concluse con il disconoscimento di Onlus, l’individuazione di due evasori totali ed una paratotale e la richiesta di sequestro per equivalente per 920’122 euro. Il Prefetto di Siracusa, inoltre, a seguito delle risultanze investigative e di accertamenti dell’Agenzia delle Entrate, ha decretato l’esclusione di una Onlus dalla procedura per i servizi di accoglienza ai migranti richiedenti protezione internazionale, per il 2016.

Tutto è partito, si legge in una nota della Guardia di Finanza di Siracusa, nel secondo semestre del 2013, quando un consistente flusso di immigrati – 113 sbarchi con circa 13’300 arrivi – ha coinvolto le coste Siracusane da sud a nord, da Portopalo di Capo Passero a Capo Murro di Porco. Flusso poi proseguito negli anni successivi, anche in considerazione di operazioni internazionali che hanno permesso di fornire assistenza, al 31 maggio, a circa 87mila migranti distribuiti su 291 sbarchi concentrati nel porto di Augusta.

Questi ultimi hanno avuto sin da subito bisogno di un’adeguata assistenza, dal momento dello sbarco fino al trasferimento nei centri di prima accoglienza o nelle strutture del sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, assistenza che per il 2013 e il 2014 ha comportato un esborso di 13,9 milioni di euro.

In questo contesto, i controlli dei militari delle Fiamme gialle sulle spese sostenute hanno permesso di rilevare numerose irregolarità. In particolare, le verifiche su associazioni ed enti non commerciali (società cooperative/onlus) hanno permesso di individuare, sottolineano gli investigatori, “un vero e proprio fenomeno evasivo, caratteristico dei soggetti operanti nel ‘terzo settore'”. Ed è stata “disconosciuta, in carenza dei requisiti di legge per poter usufruire di agevolazioni contabili e fiscali, la natura giuridica di ente associativo no-profit”.

Il procuratore capo di Siracusa a conclusione delle indagini ha ritenuto pertanto “inquadrati nella reale natura di impresa commerciale con ricostruzione del volume d’affari e recupero a tassazione delle imposte dovute in tutti i settori impositivi” mentre l’attività fiscale ha fatto emergere “fatture per operazioni inesistenti emesse da società che hanno fittiziamente eseguito lavori di ristrutturazione, reso servizi di pulizia, fornito frutta e capi di abbigliamento, nei confronti dei soggetti controllati”.

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