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Johnson: allarme Covid, stretta su orari pub

Il premier britannico Boris Johnson (foto d'archivio) KEYSTONE/AP/Stefan Rousseau sda-ats

(Keystone-ATS) L’emergenza coronavirus è di nuovo “in ascesa” nel Regno Unito per questo si impongono nuove misure restrittive che tuttavia “non sono in alcun modo un nuovo lockdown”.

Lo ha formalizzato il premier britannico Boris Johnson in un intervento alla Camera dei Comuni, indicando la prospettiva di una seconda ondata come “reale” sulla scia di “Francia, Spagna e altri Paesi” e confermando la decisione del suo governo di ripristinare limiti da giovedì agli orari di pub, ristoranti e bar di tutta l’Inghilterra (con coprifuoco alle 22), di tornare a incoraggiare il lavoro da casa, di estendere l’obbligo legale della mascherina e di introdurre controlli stringenti sui tetto massimo delle 6 persone nei contatti sociali.

Rinviato inoltre il ritorno del pubblico negli eventi sportivi. Johnson ha notato che negli ultimi giorni i ricoveri in ospedale “sono raddoppiati”, che il livello di allerta è salito a 4 e che “ora è il momento di agire” per evitare un lockdown generale e misure più pesanti.

È di “sei mesi” la durata prevista delle nuove restrizioni ripristinate oggi dal governo britannico sul fronte dell’emergenza coronavirus, ha detto il premier Tory, precisando che la settimana prossima l’esecutivo sottoporrà al Parlamento un’estensione della legislazione di emergenza approvata in primavera nella fase più acuta della pandemia.

Le misure includono anche la riduzione a 15 persone del numero massimo di invitati ai matrimoni. Johnson ha definito la situazione attuale “un pericoloso punto di svolta” da affrontare subito.

Il leader dell’opposizione laburista Keir Starmer ha approvato le nuove misure, ma ha accusato il governo di non avere una strategia complessiva, ha criticato le falle nel sistema di test e tracciamento e ha detto che un eventuale lockdown nazionale bis rappresenterebbe il segno di “un fallimento” dell’esecutivo.

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