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Johnson pensa a ponte fra Irlanda e Scozia

Costruire un ponte non appare una cosa semplice. KEYSTONE/EPA AFPI/NASA sda-ats

(Keystone-ATS) Rispunta l’idea di studiare la possibilità di un progetto per la realizzazione di un ponte in grado sulla carta di collegare l’Irlanda del Nord alla Scozia.

A rilanciarla è il premier conservatore britannico Boris Johnson in persona, pronto a sfidare i dubbi sulla fattibilità della mastodontica opera pur di provare a immaginarla come un simbolo del legame con il Regno delle due nazioni più ostili alla Brexit: nazioni laddove il divorzio dall’Ue ha dato ossigeno ai fremiti di secessione.

Johnson ha incaricato il suo staff di avviare una valutazione preliminare della cosa, ha riferito un portavoce di Downing Street. “Al momento ci prepariamo a studiare l’idea”, ha quindi puntualizzato con una nota di cautela.

A Belfast l’annuncio incontra l’entusiasmo di esponenti del Dup, il maggiore partito della destra protestante unionista nordirlandese. Ma non mancano opinioni assai meno favorevoli; mentre lo scetticismo prevale a Edimburgo, specialmente da parte degli indipendentisti dell’Snp, al governo in Scozia.

Interrogativi sugli ostacoli tecnici e sui costi si levano inoltre da tempo da parte di diversi specialisti. In teoria il punto più stretto per realizzare l’ipotetico ponte è di 19 chilometri, ma diversi progettisti ritengono che la struttura, poggiata su mega pilastri destinati a reggere in un mare spesso tempestoso, dovrebbe seguire un percorsi più lungo.

Johnson, già promotore di grandi progetti (ponti inclusi) da sindaco di Londra, si è limitato a parlare a suo tempo di “un’idea molto interessante”, degna di essere approfondita. Mentre il deputato del Dup Ian Paisley si era detto pronto a dicembre, in caso di realizzazione reale dell’opera, di avviare una campagna per ribattezzarla “Ponte Boris”.

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