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Kaczynski: Polonia; paese in silenzio, piange i suoi morti

(Keystone-ATS) VARSAVIA – Sotto shock e attonita, tutta la Polonia si è raccolta oggi in due minuti di silenzio per piangere le vittime della sciagura aerea nella quale ieri, a Smolensk, in Russia, è stata decapitata gran parte della classe politica del Paese, compreso il presidente Lech Kaczynski.
Alle 12:00 in punto sono risuonate le sirene e la gente si è chiusa in silenzio a pregare e in raccoglimento. Nella sciagura di ieri non vi sono stati superstiti: in tutto 97 le vittime, compresi numerosi alti servitori dello Stato come il governatore della banca centrale e il capo di stato maggiore. La delegazione si stava recando a Katyn per commemorare l’eccidio nel 1940 di 22.000 ufficiali e soldati polacchi da parte dei sovietici.
Alle 14:30 è previsto il rimpatrio all’aeroporto Chopin di Varsavia della salma di Kaczynski, che avrebbe compiuto 61 anni a giugno, e della moglie Maria, identificate ieri sul posto dal fratello gemello Jaroslaw Kaczynski. Con esse dovrebbero essere rimpatriate anche quella dell’ultimo presidente in esilio a Londra, Ryczard Kaczorowski, che aveva 91 anni, e quella del vice presidente del Sejm (la camera polacca), Krzysztof Putra.
Intanto il premier Donald Tusk, che si era recato ieri sul luogo della sciagura ed è rientrato stanotte a Varsavia, ha cancellato la sua visita domani a Washington per partecipare alla conferenza internazionale sul terrorismo nucleare.
Subito dopo la tragedia, le autorità hanno proclamato ieri una settimana di lutto in Polonia. Numerose messe in suffragio delle vittime sono state celebrate ieri e sono in programma per tutta la settimana. Per tutta la notte migliaia di polacchi sono sfilati davanti al palazzo presidenziale e Varsavia depositando corone di fiori e lumini per esprimere il loro cordoglio. Al momento non si sa ancora quando si svolgeranno le esequie di Stato per le vittime.
La commissione polacca nominata ieri per indagare le cause della sciagura è partita oggi per Smolensk per lavorare con quella russa, presieduta dal premier Vladimi Putin.

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