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Kosovo: nuova protesta anti-Serbia, tensione alle frontiere

(Keystone-ATS) In Kosovo reparti di polizia in assetto antisommossa hanno fermato centinaia di manifestanti di etnia albanese ostili alla Serbia che, come avvenuto il 14 gennaio scorso, hanno cercato di bloccare due posti di frontiera con la Serbia per impedire l’ingresso in Kosovo di merci serbe.

Analogamente a quanto accaduto la scorsa settimana, i dimostranti – attivisti e sostenitori del movimento radicale ‘Autodeterminazionè (Vetevendosje) – a metà giornata hanno cominciato ad affluire verso i due valichi di Merdare e Bela Zemlja, ma massicci cordoni di agenti li hanno bloccati a qualche km di distanza. Particolarmente alta è la tensione in corrispondenza di Podujevo, a qualche km da Merdare, dove manifestanti e polizia si fronteggiano a distanza.

La Serbia non passerà, è scritto su numerosi cartelli e striscioni innalzati dai dimostranti, che contestano anche il governo di Pristina e il primo ministro Hashim Thaci, responsabili a loro avviso di non applicare un regime commerciale di reciprocità con la Serbia.

Le manifestazioni del 14 gennaio erano sfociate in violenti scontri con decine di feriti e arresti.

Il leader di ‘Autodeterminazionè Albin Kurti ritiene che Belgrado non rispetti un accordo commerciale di libero scambio, cosa questa che, a suo avviso, provoca un forte squilibrio fra merci serbe in Kosovo, molto abbondanti, e prodotti kosovari in Serbia, molto scarsi. Da ciò il suo appello a boicottare i trasporti di merci provenienti dalla Serbia.

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