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L’America stretta attorno a Ground Zero

(Keystone-ATS) A dieci anni dagli attentati dell’11 settembre tutta l’America si è stretta intorno a Ground Zero. Barack Obama e George W. Bush si sono ritrovati per la prima volta insieme a celebrare l’anniversario più doloroso della storia contemporanea degli Stati Uniti, a pochi mesi dall’uccisione di Osama Bin Laden.

Uno al fianco dell’altro, entrambi con la mano sul cuore nel momento dell’inno nazionale. E, nonostante la minaccia attendibile di nuovi imminenti attacchi di al Qaida, la paura ha lasciato spazio alla grande commozione. E alla voglia di voltare pagina, con lo stesso Ground Zero che rinasce e si trasforma nel Nuovo World Trade Center.

Sul luogo dove una volta sorgevano le Twin Towers – già da giorni blindatissimo, con un enorme dispiegamento di poliziotti e cecchini pronti ad intervenire – migliaia i familiari delle vittime ritrovatisi già fin dalle primissime ore del mattino. Quando ancora su Manhattan il cielo era azzurro come quella tragica mattina di dieci anni fa. Ma incollato alla Tv, per seguire la diretta della cerimonia, c’era l’intero Paese. Come milioni di persone in tutto il mondo.

Semplice, senza discorsi ufficiali, il rito è stato scandito da interminabili minuti di silenzio. Uno per ciascuno dei tragici fatti che hanno reso il ricordo di quella giornata indelebile: dalla collisione del primo aereo contro la Torre nord del World Trade Center alle 8,46 del mattino, al secondo contro la Torre sud alle 9,03; dal volo 77 della United Airlines che si schiantò contro il lato sud del Pentagono alle 9,59, al crollo della Torre sud alle 9,59; dall’aereo che doveva colpire Capitol Hill e che per l’eroismo dei suoi passeggeri precipitò in Pennsylvania alle 10,03, al collasso della seconda delle Torri Gemelle alle 10,28. Alla fine si contarono a Ground Zero 2.753 morti, esclusi i dirottatori. Oltre 2.600 furono le vittime del World Trade Center, ma solo 1.629 sono quelle finora identificate, con tantissimi resti recuperati tra le ceneri che restano senza un nome.

Oggi sono stati letti i 2.983 nomi, quelli di tutte le vittime dell’11 settembre più i 6 delle persone uccise al WTC nell’attentato del 1993.

Il momento più toccante è stato proprio quello della lettura dei nomi delle vittime da parte dei familiari, col presidente Obama – sempre al fianco di Bush – che si è detto “particolarmente commosso”, soprattutto dai bambini chiamati sul palco, figli o nipoti di chi l’11 settembre 2001 perse la vita. Visibilmente emozionate anche la First Lady Michele Obama, l’ex presidente George W. Bush e soprattutto la moglie di quest’ultimo, Laura, più volte inquadrata mentre si asciugava le lacrime. Per la coppia Bush la giornata di oggi rappresenta una sorta di riabilitazione, dopo le tante polemiche che hanno travolto l’ex presidente, sia per non aver saputo evitare l’attacco, sia per le guerre in Afghanistan e in Iraq che ne sono seguite. Per lui ci sono stati addirittura applausi.

Ma l’11 settembre non è solo Ground Zero. Obama, infatti, non ha aspettato la fine della cerimonia per partire subito alla volta di Shanksville, in Pennsylvania, dove al grido ‘Usa, Usà lo hanno accolto migliaia di persone, riunite sul campo dove precipitò il volo 33 della United Airlines con 44 persone a bordo. Ultima tappa Washington, alla cerimonia davanti al lato sud del Pentagono dove morirono 189 persone, 125 tra militari e civili e 64 passeggeri del volo 77 dell’American Airlines. In serata l’unico discorso ufficiale del presidente, al Kennedy Center.

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