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L’Associazione salvaguardia del Lemano scrive a Ueli Maurer

Le immagini delle casse di munizioni in fondo al lago Lemano KEYSTONE sda-ats

(Keystone-ATS) L’Associazione per la salvaguardia del Lemano (ASL) è preoccupata per il materiale militare immerso nel lago: in una lettera aperta chiede al presidente della Confederazione Ueli Maurer di prendere misure.

“Immagini recenti in profondità rivelano che casse di munizioni sono ricoperte di cozze e non protette da sedimenti, contrariamente a quanto affermato in passato dalle autorità”, scrive l’ASL in una lettera aperta inviata oggi ai media. L’associazione giudica questa situazione “molto preoccupante” sapendo che le munizioni sono esposte a “manipolazioni, a correnti, a incidenti o semplicemente alla corrosione naturale”.

Alla fine di novembre in una conferenza stampa il presidente dell’associazione Odysseus 3.1, Lionel Rard, aveva dichiarato che i sub dell’associazione avevano esplorato i fondali del Lemano e avevano scoperto alcune casse di munizioni scoperchiate, che giacevano a una profondità di 45-55 metri. Il materiale – era stato indicato – era stato depositato dalla società Hispano-Suiza negli anni ’50 e ’60.

“Secondo le nostre conoscenze, anche le cartucce dell’esercito sono state scaricate lì”, rivela l’ASL. L’associazione spiega che i rischi sono “molteplici” a livello ambientale e sanitario. Menziona anche i pericoli socio-economici per esempio per la pesca, l’acqua potabile e l’utilizzazione delle infrastrutture sommerse (gasdotti, fibre ottiche).

L’ASL chiede al Consiglio federale e ai tre Cantoni interessati (Vaud, Ginevra, Vallese) di prendere misure. Esige un inventario e una cartografia dei siti ‘toccati’ in fondo al lago, a partire dai quali le autorità devono valutare i differenti pericoli e adottare provvedimenti “in funzione dei rischi incorsi”, conclude l’associazione con sede a Ginevra che conta 4000 membri.

La Confederazione aveva autorizzato l’esercito ad abbandonare materiale militare prodotto durante la Seconda Guerra mondiale nei laghi, in quanto si erano verificati incidenti gravi nei depositi in superficie. Questa pratica è poi stata vietata dai cantoni, come a Ginevra nel 1962. Berna ha fatto lo stesso 10 anni dopo.

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