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L’inquinamento uccide 630’000 europei ogni anno

La Pianura padana si conferma una delle aree con più smog dell'Ue. Nell'immagine il Duomo di Milano lo scorso 7 gennaio. KEYSTONE/EPA/MATTEO CORNER sda-ats

(Keystone-ATS) Un morto su otto nell’Ue e nel Regno Unito è dovuto all’inquinamento dell’aria, dell’acqua, alla mancanza di verde.

Il 13% dei decessi totali ogni anno, 630’000 secondo le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e dell’Agenzia europea dell’ambiente (Aea), che le ha raccolte in un rapporto sull’impatto delle variabili ambientali e sociali sulla salute in Europa.

Lo smog è il killer più pericoloso e più noto, 400’000 morti l’anno, soprattutto a causa del particolato fine (PM2,5). Poi l’inquinamento acustico, con 12’000 decessi. Le ondate di calore, sempre più frequenti a causa del cambiamento climatico, secondo alcuni scenari potrebbero arrivare a mietere 130’000 vittime l’anno.

L’impatto più forte lo subiscono le fasce sociali più deboli e a basso reddito. “Ricchezza e benessere sono determinanti della salute”, dice all’agenzia di stampa italiana Ansa Catherine Ganzleben, una delle autrici del rapporto. Realtà che si riflette nella cortina che ancora resiste tra Europa dell’est e dell’ovest. I decessi attribuibili a cause ambientali sono il 19% del totale in paesi a basso reddito pro capite come la Romania e il 10% in quelli più ricchi come Danimarca e Svezia, con l’Italia al 12%.

Pianura padana primeggia per smog

La Pianura padana si conferma una delle aree con più smog dell’Ue. Il caso della contaminazione delle acque da sostanze perfluoroalchiliche (Pfas) in Veneto ha tristemente insegnato all’Europa il rischio degli inquinanti non monitorati. Ma anche le misure da prendere per rispondere. La Penisola è il paese in cui le malattie croniche interessano la parte più piccola della popolazione senza marcare le diseguaglianze, come accade invece nei paesi del Nord Europa.

Le città, dove fattori ambientali e sociali si mescolano e si sovrappongono, sono i luoghi più a rischio. Ma possono cambiare le cose recuperando spazi al verde e alle acque, anche solo aumentando la vegetazione dove si può. L’Aea cita una serie di esperienze nell’Ue, dal progetto di ristrutturazione del quartiere Deckel di Amburgo (Germania), ai nove corridoi verdi di Lisbona (Portogallo), fino al bosco verticale di Milano. Per invertire la tendenza servono però azioni più decise al livello più alto, e una maggiore integrazione delle politiche ambientali, sociali e della salute.

L’Aea compie anche una prima analisi degli studi su Covid-19 e smog. Sebbene ci siano “prime evidenze” di una correlazione tra alta mortalità da coronavirus, inquinamento atmosferico e povertà, l’Agenzia sottolinea che gli studi effettuati fin qui hanno “una serie di limitazioni significative, quindi i risultati vanno interpretati con attenzione”, e servono nuove ricerche.

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