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La birra fatta con acqua svizzera avrà il marchio protetto

(Keystone-ATS) La birra svizzera, se fatta con acqua locale, potrà presto fregiarsi del marchio elvetico: il Consiglio federale è pronto ad allentare i criteri di applicazione della nuova legislazione “Swissness”, che dovrebbe entrare in vigore nel 2017.

La nuova legge fissa una serie di criteri per poter definire “svizzero” un determinato prodotto, e sebbene siano previste eccezioni, le materie prime utilizzate risultano determinanti. Per le derrate alimentari, ad esempio, ci vorrà almeno l’80% di materia prima locale.

L’acqua però pone problemi: l’ordinanza inviata in consultazione lo scorso giugno proponeva di escluderla dal calcolo in quanto basterebbe aggiungerne tanta per assegnarle il marchio elvetico. Eccezioni erano previste per acqua minerale o acqua di fonte.

La proposta ha indispettito l’industria delle bevande e i birrai. Una birra composta esclusivamente di acqua svizzera e di luppolo o di malto stranieri non potrebbe venir definita “swiss”. Non è così invece per una bevanda gassata contenente zucchero svizzero, in quanto quest’ultimo viene preso in considerazione.

Il governo è pronto a rivedere la sua posizione, ha confermato oggi l’Ufficio federale dell’agricoltura, commentando una notizia apparsa sulla stampa romanda. Dovrebbe adottare l’ordinanza definitiva in autunno, dopo aver sentito il parere delle commissioni degli affari giuridici delle Camere federali.

L’acqua verrà presa in considerazione quando costituisce una parte determinante di una bevanda, ad esempio per la birra o le acque minerali aromatizzate. Non verrà invece integrata nel calcolo se serve soltanto a diluire un concentrato di frutta, poiché un succo d’arancia diventerebbe subito “svizzero”.

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