La Catalogna non si arrende, continua strada per referendum
(Keystone-ATS) Il governo catalano non si arrende: “Il processo continua. Ieri non è finito nulla”: il portavoce Francesc Homs sintetizza così lo stato del confronto tra Catalogna e governo di Madrid all’indomani della sospensione del referendum indipendentista decisa dalla Corte costituzionale.
La Generalitat ha deciso oggi di bloccare “in maniera cautelativa e temporanea” la campagna per il referendum indetto dall’esecutivo di Artur Mas per il 9 novembre, ma contemporaneamente di chiedere la revoca immediata della decisione dell’Alta Corte. Infatti Mas è convinto che il referendum “rispetti la Costituzione e lo Statuto di autonomia”, e quindi non dà per persa la battaglia giuridica, determinato a “promuovere iniziative legali e istituzionali, volte a garantire che la cittadinanza possa esercitare il diritto a decidere il futuro politico della Catalogna”.
Il ‘conseller’ alla presidenza ha auspicato che l’esame dell’istanza d’urgenza che presenterà la Generalitat abbia “la stessa velocità supersonica” con la quale è stato accolto il ricorso contro la consultazione indipendentista presentato dal governo centrale. E ha assicurato che Mas nei prossimi giorni incontrerà i leader catalani dei partiti favorevoli alla consultazione – Erc, Icv, Cup – per definire la strategia da seguire. Le elezioni anticipate, per ora, non sono sul tavolo, ha chiarito.
Così la frustrazione del ‘popolo’ indipendentista si è riversata in strada. Migliaia di persone al grido di ‘Ara es la hora’ (Adesso è l’ora) e di ‘Votarem!’ si sono concentrate alle 19.00 nelle piazze dei municipi catalani, per rivendicare il referendum. Alla mobilitazione, indetta dall’Assemblea nazionale catalana, hanno aderito anche i partiti della sinistra indipendentista Esquerra Republicana de Catalunya (Erc, Iniciativa per Catalunya (Icv) e la Candidatura d’Unitat Popular (Cup), mentre Convergencia i Unió, il partito del presidente Artur Mas, non si è ufficialmente pronunciato.
