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La Commissione contro il razzismo non va abolita

Secondo il consigliere nazionale leghista Lorenzo Quadri l'istituzione della Commissione federale contro il razzismo è un atto di propaganda politica, che mira a far credere che in Svizzera esista un problema di questo genere. KEYSTONE/ANTHONY ANEX sda-ats

(Keystone-ATS) La Commissione federale contro il razzismo non va abolita. È l’opinione del Consiglio federale, espressa in risposta a una mozione sul tema del deputato ticinese Lorenzo Quadri (Lega).

Secondo quanto si legge nel testo del leghista, la stessa istituzione di una Commissione federale contro il razzismo sarebbe un atto di propaganda politica, che mira a far credere che in Svizzera esista un problema di questo genere.

L’opinione del consigliere nazionale è che si tratta di una manipolazione della realtà, poiché un Paese dove il 25% della popolazione è straniera e la metà ha un passato migratorio non può essere considerato razzista.

Oltretutto – prosegue Quadri – questa commissione è poco attiva per quel che riguarda il cosiddetto razzismo d’importazione, ovvero “quello portato in Svizzera da altre culture”.

Nella sua risposta, il Consiglio federale concorda con il fatto che la politica di integrazione sia fondamentalmente un successo. Non si tratta però di una cosa ovvia e, secondo un’indagine dell’Ufficio federale di statistica (UST), il 66% delle persone considera il razzismo un problema sociale importante e il 30% si aspetta dallo Stato misure supplementari.

La Costituzione federale vieta ogni forma di discriminazione e obbliga coloro che svolgono funzioni statali a contribuire ad attuare i diritti fondamentali. Lo Stato è quindi obbligato ad affrontare in modo proattivo potenziali conflitti e la Commissione contro il razzismo è uno strumento in questo senso.

Per queste ragioni il governo propone di respingere la mozione.

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