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La riorganizzazione del MPC costerà al contribuente

La fattura del MPC è salata (foto d'archivio) KEYSTONE/GAETAN BALLY sda-ats

(Keystone-ATS) Potrebbe costare fino a 2 milioni di franchi, a carico del contribuente, la riorganizzazione del Ministero pubblico della Confederazione (MPC), secondo un calcolo della Radiotelevisione romanda (RTS).

Tre dei cinque procuratori licenziati nel 2015 si sono infatti visti dar ragione dal Tribunale amministrativo federale (TAF), al quale si erano rivolti. Il MPC non commenta la cifra e altrettanto fa il TAF: si limita a dire che, secondo la legge che regola la propria organizzazione, il procuratore generale della Confederazione “non ha soltanto il diritto, ma anche l’obbligo di prendere decisioni concernenti l’organizzazione o il personale”.

Tre ricorrenti hanno vinto la causa. Il TAF ha concluso che i licenziamenti, senza venir definiti abusivi, contengono vizi procedurali, quali l’assenza di un avvertimento e il non rispetto del diritto ad essere ascoltati. Di conseguenza il MPC dovrà versare circa 700 mila franchi, secondo la RTS.

Il TAF infatti l’ha condannato a versare indennità di 12, 14 e 16 mensilità, a seconda delle lunghezza del servizio. A ciò si aggiunge una somma di 1,3 milioni, stando a un rapporto dell’Autorità di sorveglianza del MPC, apparso in primavera. Questa cifra contempla i salari versati durante il periodo di vacanza e l’impiego di sostituti per svolgere gli affari urgenti.

Interrogato dall’ats il presidente dell’Autorità di sorveglianza, il giudice Niklaus Oberholzer, conferma le cifre, ma difende la bontà della riorganizzazione, affermando: “Il procuratore generale ha scelto di agire e questa scelta ha un prezzo”. L’inazione avrebbe comportato un malfunzionamento e anche ciò avrebbe avuto un costo.

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