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La sonda Rosetta è arrivata alla cometa

(Keystone-ATS) Montagne, massi alti fino a trenta metri, scarpate ripide e crateri. Si presenta così la cometa che oggi – grazie alle immagini inviate dalla sonda Rosetta dell’Agenzia Spaziale Europea – è visibile a tutti per la prima volta. Per gli esperti che le stanno analizzando, sono immagini ‘straordinarie’, ‘incredibili’ e ‘quasi inaspettate’.

“Le immagini mostrano una superficie molto dinamica, che ha i segni dei cambiamenti provocati dai diversi cicli di attività della cometa”, spiega Paolo Ferri, responsabile delle operazioni di volo delle missioni dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa).

È entusiasta anche Enrico Flamini, coordinatore scientifico dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi): “è la prima volta che l’uomo riesce a vedere il paesaggio di una cometa, è una cosa che qualche tempo fa avremmo solo potuto sognare”. Quello che è avvenuto oggi è “un salto epocale” rispetto alla missione Giotto, che nel 1986 ‘salutò’ la cometa di Halley. “Quello che osserviamo oggi – aggiunge Flamini – sono i dettagli di un oggetto primordiale, che ha visto l’inizio della formazione del Sistema Solare”.

Le prime immagini della cometa sono state catturate dallo strumento Osiris (Rosetta Orbiter Imaging System), del quale fa parte la camera a grande campo costruita in Italia e messa a punto dal gruppo di Cesare Barbieri, dell’università di Padova. “La superficie appare molto frammentata e caotica, è una struttura che non comprendiamo del tutto e che sicuramente è la somma di una storia di impatti molto lunga e vissuta”.

Nei prossimi giorni Rosetta continuerà a catturare immagini dalla distanza di circa 100 chilometri, alla quale si trova attualmente. Dal 20 agosto si avvicinerà di 50 chilometri e allora sanno disponibili immagini ancora più dettagliate di quelle inviate oggi. “Adesso – ha detto Ferri – la priorità è caratterizzare il campo gravitazionale della cometa”.

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