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Lampedusa scoppia, 4000 migranti su isola

(Keystone-ATS) Ora sono più di quattromila: e altri ne arriveranno nella notte. Lampedusa scoppia e sull’isola la situazione è sempre più tesa, con il rischio concreto che possa degenerare se lo Stato non troverà a breve una soluzione che garantisca, da un lato, condizioni di vita umane alle centinaia di migranti accampati senza scarpe e con i vestiti inzuppati dall’acqua sulla banchina del porto e, dall’altro, risposte concrete ai lampedusani che da giorni chiedono che si “liberi” il loro territorio.

Il commissario straordinario Giuseppe Caruso ha annunciato che il ministro dell’interno Roberto Maroni ha convocato per martedì al Viminale i rappresentanti di Regioni, Province e Comuni affinché diano una disponibilità “concreta e immediata” di luoghi dove ospitare gli immigrati. Appena l’avrà ottenuta, ha assicurato, verrà organizzato un trasferimento “massiccio” dei migranti, anche con la nave della Marina che dovrebbe arrivare nelle prossime ore.

Al momento però di tutto ciò non c’è nulla e a fare le spese di questo balletto di annunci e promesse sono soprattutto le centinaia di immigrati già presenti sull’isola e quelli sbarcati oggi: ne sono arrivati quasi settecento, e almeno altri duecento dovrebbero approdare nella notte. Poco più di trecento, invece, quelli partiti con due aerei e con il traghetto per Porto Empedocle. Alla fine dunque sono più di quattromila quelli ancora sull’isola.

Più della metà, e sono i più fortunati, si trovano nel Centro di accoglienza, che può contenerne 850. Le condizioni di vita sono al limite ma sono comunque più dignitose di quelle in cui sono costretti a vivere le centinaia di migranti accampati sul molo davanti alla stazione marittima: senza bagni, senza possibilità di lavarsi, stipati in un’unico grande stanzone o al riparo sotto i camion parcheggiati sulla banchina, con i vestiti bagnati dall’acqua di mare e dalla pioggia, senza scarpe. I volontari delle associazioni umanitarie e le forze dell’ordine fanno quello che possono, ma ormai è chiaro a tutti che non ci sono più posti, sono finite anche le coperte e i vestiti.

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