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Las Vegas: sparatoria al concerto, almeno 58 morti, 515 feriti

La sparatoria di Las Vegas è stata la più sanguinosa della storia moderna d'America KEYSTONE/AP Las Vegas Review-Journal/CHASE STEVENS sda-ats

(Keystone-ATS) È la sparatoria più sanguinosa della storia moderna d’America quella compiuta a Las Vegas da Stephen Paddock che svuotato due o tre caricatori sulla enorme folla che assisteva ad un festival di musica country. Alla fine si contano almeno 58 morti e 515 feriti.

Paddock, 64 anni, americano di razza bianca, suicidatosi prima dell’arrivo delle teste di cuoio, aveva nella camera d’albergo da cui ha sparato un vero e proprio arsenale da guerra tra pistole semiautomatiche, fucili d’assalto, maxi-caricatori e munizioni.

Il presidente americano Donald Trump parlando alla nazione in diretta tv ha definito quanto accaduto “un atto di pura malvagità” ed ha annunciato che mercoledì sarà a Las Vegas. Nessun accenno a una possibile matrice legata al terrorismo islamico. Secondo Site, il sito che monitora la propaganda online dei gruppi radicalizzati, l’Isis ha rivendicato il massacro. E secondo qualche media Paddock si sarebbe convertito all’Islam alcuni mesi fa.

Ma l’Fbi smentisce: finora non è emerso nessun legame con il terrorismo e con organizzazioni terroristiche internazionali. Si tratterebbe dunque di un lupo solitario, il cui movente resta ancora tutto da decifrare. Anche perché poco ancora si sa sul passato dell’uomo, una persona dalla vita apparentemente tranquilla.

Erano passate da poche le 10 di sera e nel Las Vegas Village, l’euforia era alle stelle per le fasi conclusive del “The Route 91 Harvest Festival” che si svolge di fronte al Mandalay Bay Hotel. È dal 32esimo piano di questo albergo che Paddock (si trovava lì già da diversi giorni) ha improvvisamente cominciato a sparare. Secondo la prima ricostruzione degli esperti, avrebbe esploso oltre dieci colpi al secondo, forse grazie a un “grilletto a manovella” facilmente acquistabile online e che permette di sparare 700 proiettili al minuto. Una pioggia di fuoco che si è abbattuta sulla marea umana sotto di lui.

Alla fine di tutto, la scena – come raccontano i testimoni e le immagini – è agghiacciante: sangue e corpi ovunque, in mezzo a un mare di bottigliette di plastica e oggetti persi durante la fuga: cappelli, scarpe, smartphone.

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