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Lavoro domenicale: sindacati, sinistra e Chiese criticano CF

(Keystone-ATS) Non si sono fatte attendere le reazioni all’allentamento del divieto di lavorare la domenica: adottando l’ordinanza volta a permettere il lavoro domenicale nei centri commerciali destinati al turismo degli acquisti, “il Consiglio federale si situa nell’illegalità”, denunciano Unia e l’Alleanza per la domenica, che riunisce una trentina di organizzazioni e partiti a difesa del riposo festivo.

La decisione del governo è una nuova tappa nella politica dei piccoli passi (la cosiddetta “Salamitaktik”) che mira a fare a pezzi la domenica quale giorno di riposo, deplora Unia. I criteri che devono soddisfare i centri commerciali interessati sono “una pura messinscena e incontrollabili”, scrive il sindacato.

Le compensazioni chieste in favore dei salariati sono soltanto dichiarazioni di circostanza, poiché non v’è alcuna convenzione collettiva e di controllo, aggiunge Unia. Per paura di una votazione popolare, il Parlamento e il Consiglio federale agiscono per via d’ordinanza, denuncia ancora l’organizzazione sindacale. Per il personale di vendita, “la misura è colma e la mancanza di rispetto palese”.

Vive critiche anche da parte dell’Alleanza della domenica, che raggruppa una trentina di associazioni e formazioni politiche, come la Federazione delle Chiese protestanti, la Commissione della Conferenza dei vescovi svizzeri, la Società svizzera di medicina del lavoro, il Partito socialista, i Verdi, diversi sindacati, l’associazione del personale della Confederazione, nonché l’associazione degli impiegati di banca.

Per quest’alleanza, la decisione rientra in una tendenza generale a banalizzare il lavoro domenicale e gli acquisti della domenica, mentre quest’ultima è il solo giorno di riposo per la maggior parte della gente. Questa giornata di congedo deve invece essere mantenuta per preservare le attività sociali, famigliari e religiose della popolazione, nonché la salute dei salariati.

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