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Legge antigay, North Carolina e Obama si sfidano in tribunale

Il governatore Pat McCrory KEYSTONE/AP/GERRY BROOME sda-ats

(Keystone-ATS) Braccio di ferro legale tra lo stato del North Carolina e l’amministrazione Obama, che a distanza di poche ore si sono reciprocamente intentati causa sulla controversa HB2, meglio conosciuta come legge anti-gay sui bagni.

Il governatore del ‘Tar Hill State’, il repubblicano Pat McCrory, si è infatti rifiutato di sottomettersi all’ultimatum del governo Usa che, invocando la violazione dei diritti civili, gli aveva intimato di modificare il provvedimento entro ieri, minacciando, tra le altre cose, la sospensione dei fondi federali.

Come risposta McCrory ha deciso di far causa all’amministrazione federale, nel tentativo di difendere a spada tratta la legge che obbliga i transgender a usare, nei luoghi pubblici, i bagni corrispondenti al sesso registrato dalla nascita.

“Porteremo in tribunale l’amministrazione Obama, che sta bypassando il Congresso nel tentativo di riscrivere leggi e politiche per l’intero Paese, non solo per il North Carolina”, ha scritto su Twitter.

In una conferenza stampa il governatore ha inoltre chiesto al Congresso di fare chiarezza una volta per tutte sulle leggi anti- discriminazione del Paese, in particolare sui titoli VII e IX, che proibiscono ai datori di lavoro di discriminare i loro dipendenti in base a sesso, razza e religione.

Tra le motivazioni della causa, inoltre, si legge che la richiesta della scorsa settimana del governo federale di porre rimedio alla legge entro lunedì 9 maggio, a pena di conseguenze, è un “oltrepassare i limiti sfacciato e senza fondamento’. In un’intervista alla Fox, McCroy ha anche accusato il governo di compiere “atti di bullismo”.

Ma il governatore dovrà anche fare i conti con il rischio della perdita dei finanziamenti da parte dell’amministrazione Obama: quasi un miliardo e mezzo di dollari solo per le università.

Poche ore dopo il procuratore generale Usa, Loretta Lynch, ha contrattaccato, annunciando che il Dipartimento di Giustizia americano farà causa al North Carolina per questa legge, che a suo avviso viola il Civil Rights Act, ovvero la legge sui diritti civili.

“La storia è dalla vostra parte”, ha detto la responsabile della giustizia americana rivolgendosi alla comunità Lgbt (Lesbiche, gay, bisessuali, transgender), accusando la legge di non fornire alcun beneficio alla società ma di danneggiare americani innocenti. “Una discriminazione sponsorizzata dallo stato”, ha proseguito la Lynch, sostenendo che in seguito al provvedimento i transgender hanno sofferto “danni emozionali, angosce psicologiche, afflizioni, umiliazioni e offese”.

Lo scorso marzo, immediatamente dopo l’approvazione della legge, considerata tra le altre cose la più dura contro la comunità Lgbt a livello nazionale, le ripercussioni si sono fatte subito sentire con il boicottaggio di artisti del calibro di Bruce Springsteen e Brian Adams, che in segno di protesta hanno cancellato le tappe dei loro concerti in North Carolina.

Lo stesso hanno fatto aziende come Apple, PayPal, Bank of America e Deutsche Bank, le quali hanno azzerato i loro piani di espansione nello stato. Ma i sostenitori della legge sostengono che essa riduce il rischio di aggressioni sessuali. Attualmente il North Carolina è l’unico stato americano che ha approvato la cosiddetta “legge sui bagni”. In passato senza successo ci hanno provato l’Arizona, il Nevada, il South Dakota, il Tennessee, il Texas e il Wisconsin.

Intanto il Mississippi è finito nel mirino per la sua nuova legge anti-gay che consente ai cittadini di rifiutarsi di fornire servizi o prodotti alle coppie gay, se ciò è in contrasto con i loro principi morali e religiosi: la storica Unione Americana per le Libertà Civili (Ucla) ha depositato una causa contro lo Stato, accusando di “incostituzionalità” il provvedimento che, se non bloccato, entrerà in vigore il primo di luglio.

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