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Legge servizi segreti a Nazionale, perequazione finanziaria a Stati

(Keystone-ATS) Riprendono stamane i lavori alle Camere federali. Al Consiglio nazionale (08.00-13.00) proseguirà l’esame particolareggiato della Legge sul Servizio informazioni (LSI). L’entrata in materia è stata contestata solo dai Verdi.

Visti i rapporti di forza in campo, la LSI dovrebbe venir approvata senza modifiche sostanziali. Come preannunciato durante il dibattito di entrata in materia, il campo rosso-verde – spalleggiato puntualmente dai Verdi liberali – tenterà di ammorbidire gli aspetti considerati più problematici di una testo normativo che sembra avere il “vento in poppa”, specie dopo i recenti attentati terroristici di matrice islamica che hanno colpito la Francia, il Belgio e la Danimarca.

Oggi il plenum dovrà affrontare il punto cruciale della riforma, aspetto che 6 anni fa aveva determinato il rinvio al Consiglio federale del primo progetto: dopo aver ottenuto le autorizzazioni del caso, gli agenti del Servizio informativo della Confederazione dovrebbero infatti poter sorvegliare la posta elettronica, i computer e le comunicazioni in generale in casi sospetti di terrorismo, spionaggio, proliferazione di armi di distruzione di massa, attacchi ad infrastrutture critiche e agli interessi nazionali essenziali, come la piazza finanziaria. La legge vieta tuttavia l’impiego di simili metodi per contrastare l’estremismo violento in relazione alla Svizzera.

Al Consiglio degli Stati (08.15-13.00), i “senatori” si occuperanno per la seconda volta della perequazione finanziaria per il periodo 2016—2019. La settimana scorsa, il Nazionale aveva deciso di sgravare i cantoni “ricchi” di 134 milioni di franchi l’anno da versare nel fondo destinato alla perequazione delle risorse. Il plenum aveva anche tagliato di 196 milioni annui il contributo di base della Confederazione. L’idea di innalzare di un importo uguale i soldi destinati alla compensazione degli oneri socio-demografici, denaro che avrebbe favorito soprattutto Ginevra, Vaud, Basilea Città, è stata respinta.

Lo scorso giugno, gli Stati non avevano voluto ridurre né i contributo della Confederazione, né l’importo chiesto ai cantoni finanziariamente forti.

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