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Libia: è caos, eletto premier filoislamico ma voto annullato

(Keystone-ATS) Regna la totale confusione in Libia sull’elezione del nuovo premier. Ieri, al culmine di un’ennesima caotica giornata, il parlamento aveva scelto il 42enne uomo d’affari di Misurata, Ahmed Miitig. In serata, però, la presidenza dell’aula ha dichiarato non valida la sua elezione, per un errore nel conteggio dei voti. In una lettera indirizzata all’attuale governo, il primo vicepresidente del Congresso generale nazionale (Cng) Ezzeddine al-Awami ha spiegato che Miitig ha ottenuto 113 preferenze invece delle 120 necessarie per la sua nomina.

Perciò, ha chiesto all’attuale capo del governo Abdallah al-Thani di gestire gli affari correnti, in attesa di una nuova nomina.

Ahmed Miitig, quasi sconosciuto ma sostenuto politicamente dagli islamici, si era imposto in una seconda, contestata votazione in una confusa seduta del parlamento a interim di Tripoli, diventando il quinto capo del governo libico dalla caduta di Muammar Gheddafi nel 2011, e anche il più giovane.

Miitig aveva prestato giuramento davanti al Cng, che lo aveva appena eletto, secondo il conteggio in seguito contestato, con 121 voti, uno solo in più del quorum richiesto, dopo che in una prima votazione Miitig aveva ottenuto solo 113 preferenze e il primo vicepresidente del parlamento aveva quindi annunciato che la seduta era aggiornata.

Poi la seconda votazione, contestata dagli oppositori che ritenevano valida la prima, e l’annuncio da parte del secondo vicepresidente dell’aula, Salah al-Makhzoum, che aveva assunto la funzione di presidente, dell’elezione con un solo voto di maggioranza di Miitig.

“La seduta era stata aggiornata e quindi questa elezione è illegale”, aveva protestato il portavoce del Congresso, mentre l’aula veniva subissata da discussioni furibonde. Anche la televisione pubblica, che aveva sospeso il collegamento in diretta, aveva dovuto riprenderlo un’ora dopo per annunciare l’elezione dell’uomo d’affari, che nei giorni scorsi era cresciuto fra i parlamentari, votazione dopo votazione, una delle quali era stata interrotta da un attacco armato al parlamento da parte di sconosciuti.

In serata, invece, il nuovo colpo di scena, che ha azzerato tutto. Un nuovo colpo per la fragile Libia, che ha bisogno di un governo stabile in attesa delle elezioni più volte rimandate che dovranno porre fine a una transizione che dura da oltre tre anni.

Miitig è un uomo apertamente sostenuto dalle fazioni islamiche: un fatto che, stando al deputato liberale Sherif al-Wafi, che ha tenuto un’infuocata conferenza stampa, costituisce una palese “violazione della dichiarazione costituzionale”, la Costituzione provvisoria redatta dopo la fine della guerra civile. Al-Wafi ha aggiunto che insieme a diversi altri deputati intende “prendere tutte le misure legali” per impedire a Miitig di prendere le redini del governo.

Nel suo programma l’imprenditore di Misurata ha indicato come priorità la ricostruzione delle forze e delle istituzioni preposte alla sicurezza, in un Paese dilaniato da violenze politiche e tribali, da milizie armate, terroristi islamici e forze centrifughe, con attacchi quasi quotidiani contro le forze di sicurezza e diplomatici. Venerdì almeno nove fra soldati e poliziotti sono rimasti uccisi in scontri fra l’esercito e miliziani jihadisti del gruppo Ansar Asharia.

Il mandato del Cng sarebbe dovuto terminare il 7 febbraio 2014 ma lo scorso dicembre è stato esteso di un anno suscitando numerose polemiche riguardo alla sua legittimità. In molti sono scesi in piazza a più riprese per protestare.

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