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Libia: accordo per comando Nato su no fly zone

(Keystone-ATS) La Nato ha raggiunto un accordo per assumere il comando delle operazioni militari per imporre in Libia una no fly zone. Resta però ancora da precisare un suo ruolo più ampio e per il momento – ha indicato il segretario generale Anders Fogh Rasmussen – resteranno due missioni parallele: quella della coalizione dei volenterosi, che sabato ha sferrato il primo attacco per imporre la risoluzione 1973 dell’Onu, e quella della Nato, che dopo l’embargo delle armi si appresta ad assumere il comando della missione per fare rispettare l’interdizione dei voli sopra la Libia.

Il presidente francese Nicolas Sarkozy ha però ribadito che per la Francia il coordinamento della missione deve “restare eminentemente politico”. Dopo una settimana di consultazioni non-stop, che hanno registrato momenti altissimi di tensione al quartiere generale dell’Alleanza atlantica, è stata la Turchia ad annunciare per prima l’accordo raggiunto tra gli alleati.

Secondo fonti diplomatiche, l’intesa prevede l’assegnazione alla Nato del coordinamento militare e la costituzione di una cabina di regia tra tutti i paesi che partecipano alle operazioni, sul modello della missione Isaf condotta in Afghanistan. Ma i dettagli del compromesso non sono stati resi noti e restano punti da chiarire. Parlando alla Cnn, Rasmussen, ha dichiarato che “per il momento ci sarà un’operazione della coalizione ed un’operazione della Nato”. “Si sta ancora discutendo se la Nato prenderà un ruolo più ampio. Questa decisione non è ancora stata presa”, ha aggiunto Rasmussen.

Ad impedire finora l’assunzione di un ruolo maggiore della Nato sono le differenze di opinione tra i 28 sull’opportunità di condurre raid aerei anche contro le truppe di terra del colonnello Gheddafi. Francia e Gran Bretagna lo ritengono necessario e pienamente conforme al mandato della risoluzione Onu, mentre la Turchia, li ritengono controproducenti e ne chiedono lo stop. Le discussioni proseguiranno per concludersi, probabilmente, martedì a Londra alla riunione tra i ministri degli esteri dei paesi che partecipano alla coalizione dei volenterosi.

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